Parassiti: Commedia in tre atti -  Camillo Antona-Traversi

Parassiti: Commedia in tre atti (eBook)

Ipocrisie e contraddizioni in una commedia brillante della società contemporanea
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2023 | 1. Auflage
129 Seiten
Good Press (Verlag)
978-65--4766499-8 (ISBN)
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Il libro 'Parassiti: Commedia in tre atti' scritto da Camillo Antona-Traversi offre una satira brillante e tagliente sulla società contemporanea. Il testo, scritto in uno stile teatrale eloquente e ricco di dialoghi witty, mette in luce le ipocrisie e le contraddizioni della borghesia dell'epoca. L'opera si colloca nel contesto della commedia all'italiana, ma si distingue per la sua profondità e critica sociale. Con personaggi ben definiti e situazioni comiche, il libro offre una riflessione intelligente sulle relazioni umane e le dinamiche di potere. Camillo Antona-Traversi, con la sua vasta esperienza nel teatro e nell'analisi sociale, ha creato una pungente commedia che rispecchia il suo spirito dissacrante e la sua capacità di cogliere le contraddizioni della società. La sua visione critica e ironica rende il libro un'opera imperdibile per chiunque sia interessato alla letteratura italiana e alla satira sociale. Consiglio vivamente 'Parassiti: Commedia in tre atti' a chiunque sia alla ricerca di una lettura stimolante e divertente, capace di far riflettere sulle ipocrisie della società contemporanea e sulle relazioni umane complesse. Un capolavoro della commedia italiana che merita di essere letto e apprezzato per la sua profondità e acume.

Articoli di Cesare Sobrero e di Francesco Bonavita.


I «PARASSITI» di Camillo Antona-Traversi.


Roma, 25 luglio.

(Sobrero). — Non è una critica della commedia applaudita iersera al Costanzi, che intendo scrivere. I lettori l'avranno, a suo tempo, dal nostro ottimo Cauda. Piuttosto, il lieto battesimo che l'ultimo novissimo lavoro del buon Camillo ha avuto dinanzi al pubblico romano mi suggerisce una serie di divagazioni e di aneddoti intorno al periodo di gestazione dei Parassiti, e alla veramente fraterna assistenza che, per la presentazione di essi all'intellettuale pubblico di ieri sera, ha prodigata il fratello dell'autore lontano, il simpatico Giannino, che da un mese delizia nojaltri vitajuoli di Aragno, non si sa più se co' fuochi di fila del suo spirito, o co' vertiginosi suoi giuochi di prestigio.

La coppia Antona-Traversi ha, da qualche tempo, preso amabilmente di mira la società romana.

Mentre Giannino poneva in iscena, nella Scuola del marito, un duca romano, che nega alla moglie le gioje della maternità, e dava alla sua bella commedia lo sfondo di Villa Borghese, della caccia alla volpe, ecc., Camillo intesseva le fila del dramma borghese dei Parassiti a base di Comitati nazionali per le inondazioni e di virtuose dell'Accademia di Santa Cecilia.

Nessuno dei due ha risparmiato verità piuttosto dure intorno all'ambiente romano. Ma a nessuno dei due venne fatto il viso arcigno dal pubblico — composto spesso degli stessi personaggi nominati nel lavoro; tanto che, iersera, mentre sul palcoscenico veniva fatto il nome dello Sgambati, questi, messo in curiosità, protendeva da un palco di prim'ordine la testa chiomata.

Nei Parassiti, specialmente, l'osservazione intorno a un certo mondo della capitale è piuttosto amara e le deduzioni severe. — Le forme di parassitismo vi si riscontrano multiformi e vanno dal commendatore Gaudenzi — un tipo che resterà; e a cui Calabresi, per una pura coincidenza causale, ha dato, truccandosi, una fisonomia alla Pasquale Billi — al figlio di lui, avvocato, che, separato dalla moglie, progetta di diventare cittadino americano per isposare una ricca cantante yankee, che capita nella casa di suo padre.

***

I campi d'azione di questo parassitismo — che d'altronde sussiste sotto tutte le latitudini civilizzate — sono tre.

Da prima, la formazione di un grande Comitato di soccorso per un'inondazione. Nel copione, il Comitato operava sul terremoto in Calabria. Ma la scossa del 19 luglio ha suggerito il mutamento. Questo Comitato, dunque, viene creato, si può dire, dal Gaudenzi, ex-artista fischiato ed ex impresario, padre di una pianista valentissima e sconosciuta. Naturalmente, gl'introiti delle sottoscrizioni vengono ingojati dai maneggioni del Comitato. Donde l'intervento della stampa, dimissioni, ecc., ecc.

Il secondo campo d'operazione consiste nell'accennata cantante americana, stonata quanto seducente, e per giunta ricchissima. Il Gaudenzi ne patrocina il debutto all'Argentina, il teatro dei salvataggi, come lo definisce, con una battuta applaudita, il Traversi.

Il debutto è preceduto da un ricevimento con banchetto pantagruelico in casa del Gaudenzi, e pagato dalla cantante, che, malgrado i danari seminati per via, viene fischiata. Lascia l'Italia ed è raggiunta dall'accennato figlio del Gaudenzi, che ne diventerà... l'avvocato.

Terza, e non ultima preda, dovrebbe essere un ingenuo giovanotto di ricca famiglia, che s'innamora della pianista figlia del Gaudenzi. Il matrimonio va in fumo alla vigilia delle nozze per le soperchierie del Commendatore. Tutto si aggiusta con la partecipazione della figlia a una grande tournée con un celebre violinista che se n'è innamorato. Il padre sarà il manager della tournée, col patto espresso... di non ingerirsi di amministrazione.

Nulla — come ambiente — di più verosimile e anche di più vero di tutto questo. Roma, col suo gigantesco roteamento di farfalle che vengono a bruciarsi le ali al lume della capitale, col suo esercito di affittacamere, col suo numero rilevante di spostati e di spostate, offre ben altri esemplari di parassiti. In fondo, il livello morale dei personaggi di questa novissima commedia non è che quello delle Rozeno, riprodotto però in modo meno sincero e spesso artificiale.

Quindi — mentre dal punto di vista artistico il merito del lavoro è costituito dalle stesse asperità di esso — dal punto di vista delle suscettibilità sociali, nulla c'è che possa compromettere — a Roma come altrove — il successo della commedia.

***

Ma il successo odierno ha una portata speciale, in quanto si riferisce al caso dolorosissimo dell'autore dei Parassiti, che furono scritti nella tristezza dell'esilio.

Tutti conoscono il cumulo di disgrazie — è la parola — piombate sul buon Camillo.

Ebbene, gli applausi di iersera e delle altre città d'Italia, leniranno il dolore del randagio scrittore, torturato più di tutto dalla forzata lontananza dall'Italia.

Non sono dunque applausi ordinarj quelli di iersera, poichè daranno coraggio al Traversi di rompere definitivamente il silenzio in cui si è mantenuto per quattro anni.

Tutti avranno riflettuto, iersera, che la moralizzatrice commedia è il prodotto di un temperamento fondamentalmente buono.

Quest'uomo, che ha seminato favori, prestiti, elogi esagerati o immeritati, raccogliendone indifferenza e ingratitudine; che, figlio di un milionario, stenta la vita all'estero, non ha neppure saputo serbar rancore al suo destino.

***

Egli che dovrebbe essere un pessimista feroce, che dovrebbe chiudere nel suo cuore un arsenale di odj; un vade-mecum delle bassezze di coloro che lo hanno sfruttato, abbandonandolo in seguito come un limone spremuto, ha conservato una specie d'indulgenza per il male, anche riproducendolo sotto le spoglie del commendator Gaudenzi.

È rimasto, in somma, l'ingenuo, il quale consegnava agli strozzini (che vedremo presto posti in allegra satira in un'altra commedia) il danaro, senza ritirare le cambiali relative; che abboccava agli scherzi piramidali degli amici che gli presentavano il primo viaggiatore di commercio venuto — come avvenne a Roma, da Felicetta — quale il pittore Michetti. Il Traversi credeva, e pubblicava nei giornali (precisamente in uno letterario di Torino) le idee sulla pittura dell'egregio venditore di cravatte, come intervista col primo pittore italiano!

Anzi, quanto stupisce si è che un uomo così facile a credere e a lasciarsi ingannare, riacquisti poi così lucide le facoltà critiche, da riprodurre, smascherandoli, ambienti complessi quali il mondo delle Rozeno e dei Parassiti.

Comunque, gli applausi di iersera sono, per quanto procede, anche una buona azione.

M'immagino quanto il telegramma, che gli amici gli hanno inviato, avrà stamane allargato il cuore al povero Camillo. Scommetto che se il lavoro si fosse rappresentato più vicino alla frontiera, nessuno avrebbe trattenuto l'autore dal venire di nascosto, romanticamente travestito, ad assistere, magari dal loggione, alla recita.

E il telegramma di stamane deve avergliene ricordati altri rimasti storici per i raccoglitori di aneddoti. Ne ricorderò — di aneddoti — due soli.

Il primo si riferisce alla rappresentazione di una nuova commedia del Traversi. Questi ne attendeva l'esito a Milano, al Caffè Manzoni, accanto al tipico Fulvio Fulgonio. Veniva telegrafato l'esito di ogni atto. S'incominciò con applausi, chiamate. Al quarto atto, il telegramma recava: — fischi e caduta del lavoro.

Camillo si disperava. Fulgonio, impassibile, commentò la notizia, dicendogli soltanto: Tuo padre (col quale, com'è noto, il Traversi è in dissidio) direbbe a questo punto: Qui riconosco veramente mio figlio!

L'altro ricordo si riferisce alla prima della Figlia di Nora a Torino. Traversi passeggiava nervoso per il Corso di Roma, insieme col critico di un giornale di Roma e il marchese di Sanfelice, autore a tempo perso, e del quale, appunto quella sera, si rappresentava una commedia a Trieste.

Anche il Sanfelice attendeva telegrammi. Il solo a riceverne era però Camillo, che, esultante, abbracciava... i cavalli delle botti.

Sanfelice, annuvolato, taceva. Soltanto di ora in ora usciva dal suo mutismo per sottoporre al critico una sua riflessione:

— Se — egli diceva — la tela fosse stata abbassata prima che finisse il primo o il secondo atto, avrei già avuto un telegramma. Vuol dire che il lavoro è andato alla fine.—

E si consolava dell'amarezza che gli produceva la gioja di Camillo.

Pur troppo, la gioja fu breve! Il domani il telegramma venne. La caduta era stata clamorosa.

Sono lontani — ahimè! — per il Traversi, quei tempi felici; come sono lontani i giorni fortunati in cui, inebriato dal successo dal suo piccolo capolavoro, firmava le sue innumerevoli lettere: Il fortunato autore delle «Rozeno»[23].

Camillo Antona — Traversi.


Dopo il silenzio infecondo di pochi anni, fra lo strazio intimo di tante angosce, ritorna, acclamato sulla scena, il nome di Camillo Antona-Traversi. E vi ritorna sotto la luce radiosa dell'autore drammatico che, presentando un nuovo lavoro, aggiunge un nuovo plauso alla sua fama di artista coscienzioso e geniale.

I Parassiti, che il pubblico di Roma ha così...

Erscheint lt. Verlag 20.11.2023
Sprache italienisch
Themenwelt Literatur Lyrik / Dramatik Dramatik / Theater
ISBN-10 65--4766499-6 / 6547664996
ISBN-13 978-65--4766499-8 / 9786547664998
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