Il trionfo: Dramma in quattro atti -  Roberto Bracco

Il trionfo: Dramma in quattro atti (eBook)

Ambizione e ingiustizia nella società italiana: un dramma di Roberto Bracco
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2023 | 1. Auflage
51 Seiten
Good Press (Verlag)
978-65--4758395-4 (ISBN)
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Il trionfo: Dramma in quattro atti di Roberto Bracco è un capolavoro della letteratura drammatica italiana, che esplora i temi dell'ambizione, dell'ingiustizia sociale e dell'individualismo. Attraverso uno stile narrativo coinvolgente e una prosa meticcia, Bracco cattura l'essenza della società italiana del suo tempo, portando alla luce le tensioni tra le classi sociali e le conseguenze della ricerca del potere. Con dialoghi vivaci e caratterizzazioni complesse, il dramma incanta il lettore con la sua intensità emotiva e la sua analisi profonda dei personaggi e delle loro motivazioni. Il contesto letterario dell'opera si colloca nel movimento verista italiano, riflettendo le preoccupazioni sociali e politiche dell'epoca. Roberto Bracco, scrittore e drammaturgo italiano del XX secolo, era profondamente influenzato dall'ambiente culturale e sociale in cui viveva. La sua opera riflette un impegno costante per rappresentare la realtà italiana in modo onesto e provocatorio, sfidando le convenzioni sociali e culturali del suo tempo. Il trionfo è una delle sue opere più significative, che evidenzia la sua capacità di esplorare le complessità della società attraverso la lente del teatro. Consiglio vivamente Il trionfo ai lettori interessati alla letteratura drammatica italiana e al realismo sociale. Questo dramma avvincente di Roberto Bracco offre un'analisi acuta della natura umana e delle forze sociali che plasmano il destino dei suoi personaggi, mantenendo al contempo uno stile narrativo coinvolgente e appassionante.

ATTO PRIMO.


Un salotto semplice, modesto, adibito provvisoriamente a camera da letto. Il letto, difatti, situato verso il lato sinistro, ha il capezzale un po' discosto dalla parete, quasi avanti a una porta chiusa. Alla parete opposta, una finestra. In fondo, la porta comune, dalla quale si vede un'altra piccola stanza. Presso il letto, una larga poltrona. Pendono ai muri alcuni quadri anatomici. Nell'angolo più lontano dal letto, un'ampia tavola, su cui sono, confusamente, fiale e scatole di medicinali, qualche bottiglia, qualche piatto, qualche asciugamano, qualche bicchiere, delle arance, una candela di cera, un paralume.

Qua e là, nella camera, altre suppellettili, in disordine. — È sera. — La candela è accesa, diffondendo poca luce. — L'ambiente è concentrato e triste.

SCENA I.


LUCIO, GIOVANNI, FELSANI.

Lucio

[pg!194]

(è adagiato sul basso letto tutto bianco, ma dalla cintola in su è quasi ritto, con le spalle e il capo sorretti da una catasta di guanciali. Ha gli occhi infossati, lo sguardo debole e vagante, il volto pallidissimo e smunto, la barbettina incolta. Ha un braccio serrato al petto, tenendo sotto l'ascella un piccolo termometro.)

Felsani

(è seduto sulla poltrona.)

Giovanni

(in piedi, presso la candela, ha in mano una lettera.)

Lucio

(parlerà con voce fioca; ma quando, a poco a poco, o ad un tratto, egli si animerà, il suo accento avrà vibrazioni affannosamente vivaci.)

Giovanni

(guardando la lettera) Qui c'è una cancellatura. Si vede che gli era sfuggita qualche parola eccessivamente efficace....

Lucio

Dottore, sono passati i dieci minuti?

Giovanni

(consultando il suo orologio) Non ancora.

[pg!195]

Lucio

Questi termometri! Che noia! (A Giovanni:) Continua, Giovanni. Vedi che bel tipo!

Giovanni

Lei permette, dottore? Tanto per ammazzare il tempo....

Felsani

Ammazzi pure.

Lucio

(a Giovanni:) Ma grida un po'....

Giovanni

Non l'avevi letta?

Lucio

Me l'aveva appena leggiucchiata la signorina Nora.

Giovanni

(leggendo:)... «Sicchè, Sua Eminenza, che, standomi ad ascoltare, s'era grattata, con rispetto parlando, un poco dappertutto — segno evidente che non avevo saputo grattarla io —, all'ultimo, alquanto impacciata, così mi parlò: «Voi don Paolo, non [pg!196] ne dubito, di qui a cento anni sarete anche beatificato, visto che nel villaggio tutti dicono, ed io lo credo, che siete un curato esemplare e miracoloso; ma io sostengo che lassù sarete un santo come non ve ne sono stati mai». E il giorno dopo, nipote mio, Sua Eminenza se n'è partita, salutata, acclamata da tutto il paese, ma giurando in cuor suo, — te lo dico io — di non metterci mai più il piede.» (A Lucio:) Egli però non se ne mostra troppo afflitto. (Legge:) «Insomma, non le piacqui. Anzi, la infastidii, specie con le mie risate. Santa pazienza!... Come si fa a fingere sempre? E poi, mascherare la faccia forse è possibile, ma la voce come si maschera? È quella che è. La mia ride; e a Sua Eminenza piacciono le voci che piangono. De gustibus, caro nipote! La vaccherella neonata sta come un pesce. Rosina fa all'amore con un giovinetto lavoratore e ricco. La semina del grano è terminata. E io me la godo. — Sperando di ricevere finalmente tue nuove, ti abbraccia e benedice il tuo affezionatissimo zio Paolo.»... Bel tipo davvero! (A Lucio:) Non sa che sei malato?

Lucio

Non sa?... Che cosa?

Giovanni

(alzando la voce) Dico: tuo zio non lo sa che sei malato?

Lucio

No, no. — Dottore, sono passati i dieci minuti? [pg!197]

Felsani

(dopo aver consultato il suo orologio) Ora sì. (Si alza lentamente, prende il termometro, si avvicina alla candela.)

Lucio

Per conto mio, abolirei i termometri.

Felsani

Benissimo, collega. In qualità di medico, lei può abolire anche la medicina. Ma in qualità di ammalato, non deve che subirla.

Giovanni

(a Lucio:) Hai capito?

Lucio

(a Felsani, che osserva il termometro:) Quanti gradi, dottore?

Felsani

Ah?... Non così abolizionista come dice di essere! Trentanove meno qualche decimo.

Giovanni

Siamo in porto, perbacco!

[pg!198]

Felsani

E anche senza questa importante diminuzione non ci sarebbe più niente da temere. Il superare la crisi dell'altra notte, fu vittoria decisiva. Sono quarantotto ore che Lucio Saffi ha concluso e sottoscritto il suo trattato di pace con la Vita. Questa volta (si avvicina a Lucio) possiamo congratularci con la scienza.

Lucio

Con la scienza? (Tentenna un poco il capo.)

Felsani

(parlandogli assai dappresso) Con la nostra Scienza, collega.

Lucio

Nostra, no. Io non saprei che farmene.

Felsani

Ottimamente. Nondimeno, veda, lei è un medico come me.

Lucio

Ho una laurea come lei.

Felsani

Ottenuta, io lo ricordo, con esami onorevoli.

[pg!199]

Lucio

Ma non sono medico, e non potrò esserlo mai. Oh!... La scienza!... Io l'ho studiata con passione, anzi con avidità.... Me ne sono abbeverato avidamente, come... come un viaggiatore del deserto si abbevera alla prima sorgente che trova; ma poi!... Ma poi!....

Felsani

Ma poi... io la prego di parlare poco e di pensare meno. Mi fa questa grazia?

Lucio

(continuando senza badargli)... Più bevevo, e più avevo sete. Sicuro! Quando mi si disse: «ohè, ohè, sei dottore!», io ebbi la coscienza di essere un ignorante...

Felsani

Mi fa la grazia di chetarsi?

Lucio

(animandosi) ...E tutte le ricerche febbrili tendenti a scoprire il segreto dell'esistenza, non lasciarono in me che un gran disprezzo per l'inanità della scienza, dei cui simboli grotteschi — guardi dottore, guardi — ho voluto ornare i muri in segno di scherno, e un gran desiderio, [pg!200] anche, mi rimase, un gran bisogno di cercare... di cercare... di cercare altrove! (Si abbatte.)

Felsani

(dopo una lunga pausa, si accosta a Lucio) Ecco, lo vede? È stanco. Avrà tanto tempo — glielo prometto io — per dire alla scienza ed agli scienziati tutto il male che ne pensa; ma per ora, signor Lucio, (con severità paterna) io non la prego più, bensì le ordino di fare a modo mio. (Pausa. Poi, andando verso Giovanni e abbassando la voce) Senta. Sino alle due della notte, desidero che lo si lasci tranquillo. Alle due, o un po' più tardi, l'infermo ricomincerà a prendere la cartina consueta. E durante la notte, se avrà sete, potrà bere abbondantemente la sua aranciata. Ha niente da obiettare il signor pittore?

Giovanni

Si figuri! Niente.

Lucio

Non mi riesce di udire nemmeno una parola. Le sue droghe, dottore, mi hanno fatto diventar sordo.

Felsani

Benissimo! Potremo così sparlare di lei senza domandargliene il permesso.

[pg!201]

Giovanni

(a Felsani:) Appunto, dottore, volevo dirle....

Lucio

(socchiude gli occhi in una specie di dormiveglia.)

Felsani

(a Giovanni:) Dica.

Giovanni

Egli si lamenta della residenza precaria in questa stanza, e non sogna che di ritornarsene lì, nella sua cameruccia abituale.

Felsani

Quella cameruccia...

Erscheint lt. Verlag 18.9.2023
Sprache italienisch
Themenwelt Literatur Lyrik / Dramatik Dramatik / Theater
ISBN-10 65--4758395-3 / 6547583953
ISBN-13 978-65--4758395-4 / 9786547583954
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