La città morta. Tragedia -  Gabriele D'Annunzio

La città morta. Tragedia (eBook)

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2023 | 1. Auflage
74 Seiten
DigiCat (Verlag)
978-65--4748273-8 (ISBN)
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La 'Città morta. Tragedia' di Gabriele D'Annunzio è un capolavoro della letteratura italiana del XIX secolo che affronta tematiche profonde come la passione, la morte e la decadenza. Il libro è scritto in uno stile letterario ornamentale e ricco di simbolismo, tipico del decadentismo, che mette in risalto la disperazione e la bellezza decadente dell'ambiente circostante. Ambientata in una città abbandonata e desolata, la trama si sviluppa intrecciando le vicende dei personaggi in un crescendo di emozioni e conflitti psicologici, che culminano in una tragica rivelazione. La narrativa di D'Annunzio si distingue per la profondità psicologica dei personaggi e per la ricercatezza dei dettagli descrittivi, che rendono l'atmosfera del romanzo ancora più suggestiva e avvolgente.

ATTO SECONDO.


Una stanza nell'appartamento di Leonardo. Lungo le pareti, dipinte d'un color rosso cupo, sorgono grandi scaffali a varii palchi, che contengono i tesori trovati nei sepolcri dell'Agora. Le coppe, i pettorali, le maschere, i diademi, le else, le cinture d'oro brillano confusi nell'ombra. Su due tavole inclinate in forma di bare sono disposte le ricchezze che vestivano i cadaveri di Agamennone e di Cassandra, per modo che gli abbigliamenti e gli ornamenti disegnano le figure dei corpi assenti. Alcuni cofani pieni di ori, alcuni vasi di rame pieni di ceneri sono a piè delle due tavole. Una porta chiusa è nella parete destra. Nel fondo un balcone è aperto e guarda la pianura di Argo e le montagne lontane. S'avvicina l'ora del tramonto.

SCENA PRIMA.


Bianca Maria, in piedi, è in atto di ordinare la suppellettile meravigliosa. Ella si china a prendere dai cofani le collane, le armille, i pettini, le rotelle, gli idoletti per disporli su una delle tavole, intorno alla larva aurea della profetessa. Alcune spirali di filo d'oro vengono sotto le sue dita: piccole spirali che erano usate per ritenere intorno alla fronte le ciocche prolisse. Ella tenta di fermarle nei suoi capelli, curiosamente. S'ode, di dietro la porta, la voce di Alessandro.

Alessandro.

Leonardo, sei là?

Bianca Maria, trasalendo, esitando.

Mio fratello è uscito da qualche minuto.... Non so dove sia andato....

Ella va verso la porta e l'apre. Appare su la soglia Alessandro.

Alessandro, quasi timidamente.

Ah, siete sola.... sola in mezzo all'oro.... Cercavo di Leonardo.

Bianca Maria.

Non so dove sia andato.... Forse è disceso alla fonte Perseia....

Entrambi evitano di guardarsi.

Alessandro, dando un passo per entrare.

Voi siete rimasta a custodire i tesori, Bianca Maria.... Che facevate?

Bianca Maria.

Ricomponevo intorno a Cassandra i suoi gioielli. Vedete? Tutto quel cofano n'è pieno. Ho promesso a mio fratello che ogni cosa, al suo ritorno, sarà in ordine, prima di sera....

Alessandro.

Volete che io vi aiuti? È già tardi.

Bianca Maria.

È già tardi....

Alessandro, avanzandosi verso la spoglia.

È strano! Sembra che dall'adunazione dell'oro esca quasi una figura indistinta.... Il crepuscolo, o una lampada di notte, potrebbe illudere gli occhi, creare novamente la forma intera. Certo, Leonardo conosce questo inganno. Egli deve aver riveduto più d'una volta l'aspetto della Priamide.

Bianca Maria, sospirando.

Ah, sembra che i suoi occhi non vedano omai se non i fantasmi!

Alessandro, dolcemente.

Io non sono meno triste di voi, Bianca Maria, per lui. Lo cercavo, sperando.... Da qualche giorno, quando egli è meco, sembra di continuo incalzato dall'ansietà di rivelarmi un segreto. Io allora lascio cadere su noi il silenzio; e aspetto, non meno ansioso di lui. Sembra che le sue labbra si gónfino, che sieno per aprirsi. Ma egli rinunzia; rimane chiuso. E io non oso interrogarlo, temendo di strappargli a forza una parola che la sua anima non può ancora dirmi. E noi soffriamo insieme, oscuramente.

Una pausa.

Che pensate, Bianca Maria?

Bianca Maria, scotendo da sè il suo pensiero.

Volete dunque aiutarmi? Fra poco tornerà mio fratello.

Ella si china sul cofano. In quel punto Alessandro la guarda.

Alessandro.

Che avete tra i capelli?

Si avvicina a lei.

Bianca Maria, confusa.

Ah, le spirali.... Le ho messe per prova. Volevo mostrarle così a Leonardo che pare abbia ancora qualche dubbio sul loro antico uso.

Ella fa l'atto di togliersele.

Alessandro, cercando di trattenerla con un gesto mal sicuro, ma senza toccarla.

No, no. Perchè volete togliervele? Lasciatele dove sono!

Bianca Maria, tentando di sorridere.

Bisogna che io le restituisca alla principessa morta, che voi avete tanto amata....

Alessandro.

No, no. Tenetele ancóra un poco nei vostri capelli!

Cercando di impedire ch'ella se le tolga, le sfiora una mano. Ambedue si turbano. Si guardano con una specie di violenza contenuta. Una pausa.

Bianca Maria, abbassando le palpebre, piano.

Voi non mi aiutate....

Una nuova pausa. Entrambi si chinano sul cofano degli ori.

Alessandro.

Guardate l'intaglio di quest'anello: una donna seduta che tiene tre papaveri, e tre figure ambigue in piedi davanti a lei, e sul suo capo la scure a due tagli e il disco raggiante del sole. Guardate quest'altro: una giovane donna seduta che tende le braccia volgendo indietro il capo, e davanti a lei un uomo che tende anche le braccia. Guardate: la donna ha una grande capellatura.

Bianca Maria.

Ella volge indietro il capo....

Una pausa. Bianca Maria attende a disporre intorno alla larva gli ornamenti. Alessandro va verso il balcone, e resta a guardare il paese per alcuni istanti. Entrambi lottano contro l'angoscia che li invade.

Alessandro.

Ha veramente l'aspetto febrile del sitibondo, questo paese inaridito. Ogni paese si addolcisce e respira, quando s'approssima la notte. Questo racconta il supplizio della sua sete pur alla notte. Fin nel più tardo crepuscolo si vedono biancheggiare dolorosamente i letti dei suoi fiumi disseccati. Le montagne laggiù non vi dànno imagine d'una mandra di enormi onagri, con quei dorsi aspri che s'accavallano? Si sente che laggiù, dietro il Pontino, vapora la palude di Lerna. Guardate laggiù l'Aracnèo come s'infiamma! Quasi tutte le sere ha la cima rossa, in memoria del fuoco che annunziò alle vedette di Clitemnestra la caduta di Troja. Dall'Ida all'Aracnèo, che lungo ordine di messaggi ardenti! Rileggevamo ieri quella meravigliosa enumerazione di roghi montani accesi dalla Vittoria.... E ora voi potete far scorrere tra le vostre dita la cenere di colui che annunziò con tali segni il suo ritorno! Voi portate nei capelli gli ornamenti della schiava regale ch'egli scelse fra le prede di guerra!

Egli va di nuovo verso Bianca Maria, guardandola.

E tutto questo è semplice, poichè voi lo fate. L'abisso del tempo si colma, tra voi vivente e le spoglie del Re e della profetessa che voi custodite. Tutto quest'oro sembra appartenervi da tempo immemorabile, poichè voi siete la Bellezza e la Poesia; e tutto rientra nel cerchio del vostro respiro, tutto cade naturalmente sotto il vostro dominio....

Bianca Maria, pallida e tremante, addossata alla tavola degli ori.

Non mi parlate così!

Alessandro.

Perchè non volete che io vi parli delle verità che voi avete aperte nella mia anima? Non pensate voi, Bianca Maria, che sia necessario manifestare le verità interiori quando queste domandano d'essere espresse, per coloro che sono risoluti a vivere senza languire e senza mentire? Quante volte noi abbiamo sommerso nel silenzio le cose inaspettate che nascevano in noi e salivano alle nostre labbra! Io non posso ricordarmene senza rammarico e senza rimorso. Mi sembra di vederle ondeggiare sotto un'acqua muta, come cose fredde e informi. Ed esse avrebbero potuto generare in noi chi sa quali nuove gioie, quali nuovi dolori, quali nuove bellezze, incontrandosi per le correnti delle nostre voci vive. Ah, colui che nasconde, che dissimula, che soffoca, colui mentisce dinnanzi alla vita. Perchè mai dunque noi siamo rimasti fino ad ora senza guardarci negli occhi? Avevamo noi paura di leggere nel nostro sguardo qualche onta? Avevamo paura di riconoscere nel nostro aspetto quel che già entrambi sapevamo?

Bianca Maria, con angoscia.

Noi sappiamo quel che non può essere e che non potrà essere mai.

Alessandro.

Ah, ancora un divieto alla vita!

Bianca Maria.

Noi sappiamo che ci sono cose più forti della morte, per separare le creature. La morte non potrebbe disgiungerci come queste cose ci disgiungono.

Alessandro.

Quali cose?

Bianca Maria.

Voi le sapete. Cose sacre.

Alessandro.

Ah, io vorrei inaridire mille vite perchè le vostre labbra bevessero, Bianca Maria!

Bianca Maria.

Non mi parlate così!... V'è accanto a voi, congiunta alla vostra, una vita ben più preziosa della mia: d'una qualità quasi divina. Ella è tanto profonda che io non ho mai potuto accostarmi a lei senza tremarne in tutte le vene. Sembra che nulla le sia ignoto e che nulla le sia estraneo. Ogni volta che ho potuto tendermi verso di lei, ho sentito passare nella sua profondità non so quali bellezze misteriose che mi hanno esaltata e umiliata nell'ora medesima. E io non avevo mai pianto, come su quelle ginocchia, d'un pianto che mi facesse tanto bene e tanto male.

Alessandro.

Voi non sapete di quali sterilità terribili e improvvide il Tempo colpisca le più alte comunioni umane. Le più possenti radici rimangono profondate e annodate sotto la terra; tuttavia la loro forza sotterranea divenuta inerte non genera più nè una foglia nè un...

Erscheint lt. Verlag 23.2.2023
Sprache italienisch
Themenwelt Literatur Lyrik / Dramatik Dramatik / Theater
ISBN-10 65--4748273-1 / 6547482731
ISBN-13 978-65--4748273-8 / 9786547482738
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