Il piccolo santo: Dramma in cinque atti -  Roberto Bracco

Il piccolo santo: Dramma in cinque atti (eBook)

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2023 | 1. Auflage
71 Seiten
DigiCat (Verlag)
978-65--4748032-1 (ISBN)
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Il piccolo santo: Dramma in cinque atti di Roberto Bracco è un'opera teatrale che affronta temi profondi legati alla fede, alla moralità e alle contraddizioni umane. Ambientato in un contesto drammatico e pieno di tensione, il libro presenta un'intreccio avvincente che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. Lo stile letterario di Bracco si distingue per la sua capacità di catturare l'essenza dei personaggi e delle loro emozioni in modo vivido e coinvolgente, riflettendo il suo profondo talento drammaturgico e narrativo. Il piccolo santo si colloca all'interno del contesto della letteratura italiana del XX secolo, evidenziando le abilità di Bracco nel creare storie che parlano direttamente all'animo umano.

ATTO SECONDO.


La medesima camera.

SCENA I.


Sebastiano

(sta solo — vestito a lutto — a cavalcioni di una sedia. Lentamente, cerca e trova un sigaro in una saccoccia del panciotto. Lo accende. Fuma e muove le labbra agitando il sigaro messo nell'angolo della bocca. Rabbuiato, accigliato, parla e bestemmia fra sè e sè.)

Giulio

(di fuori, gaiamente) Ah, tu scappi ancora, piccolo Cagliostro?!... Scappi ancora? Ti piglia la tremarella quando t'inseguo?

(Si ode ridere Barbarello di un riso nervoso, misto di ululati e di guaiti. Egli, non veduto da Sebastiano, entra velocemente carponi e si caccia sotto il sostegno tappezzato dello scarabattolo.)

Giulio

(arrivando di corsa) Ma se una di queste volte ti raggiungo, guai a te! (È vestito di bianco, con una eleganza il cui carattere cittadinesco è attenuato da un voluto disordine campagnuolo. Ha all'occhiello un bel garofano color di rosa screziato. La paglia all'indietro e il bastoncino portato a guisa di frusta gli dànno un'aria graziosamente smargiassa. Si ferma un istante nel centro della stanza.) Dov'è?... (Si avvia vivacemente verso la porta a sinistra.) Ma io ti scovo, sai!

Sebastiano

No, no, signor Giulio. Non andate a disturbare Fiorenzo. Quando si mette a star solo in camera sua non vuole essere disturbato.

Giulio

Ma ci è già Barbarello a disturbarlo!

Sebastiano

Barbarello non c'è.

Giulio

Come non c'è? Qui si è infilato!

Sebastiano

(molto burbero) Bravo! Ora assoderemo che Barbarello può perfino diventare invisibile. Quest'altra fandonia ci vorrebbe per finirci di scombussolare la testa.

Giulio

A me è parso di vederlo entrare qui, carponi come una scimmia.

Sebastiano

Avrà fatto finta per burlarsi di voi, e se la sarà svignata correndo più su.

Giulio

Ed è uno scemo costui?

Sebastiano

Chi lo capisce quello che è? (Masticando il sigaro) Io lo manderei all'inferno spesso e volentieri. Me ne astengo soltanto per non dar dispiacere a Fiorenzo. E voi fate male a mostrare antipatia per quel giovanotto.

Giulio

È piuttosto lui che mostra antipatia per me.

Sebastiano

Lo inseguivate chiamandolo piccolo cagliostro!...

Giulio

Lui scappava come la volpe davanti al cane, ed io lo inseguivo per chiasso. È, su per giù, l'episodietto comico che si ripete, oramai, quasi quotidianamente. Io lo sorprendo spesso ad aggirarsi intorno a quella signorina misteriosa che voleva parlare a Fiorenzo lo stesso giorno del mio arrivo, e che, non si sa per qual ragione, si è affrettata... a non tornarci. Quando lo scorgo, mi nascondo e quindi gli càpito di botto alle spalle, facendogli: buuuh! Allora, lui piglia la rincorsa, io minaccio di acchiapparlo, e così ci esercitiamo lui a funzionare da volpe, io da cane. Correndo, egli non fa che ridere; sicchè non è già che abbia paura di me: ma, in fondo in fondo, si secca che io lo sorprenda. E il più curioso poi è questo: che la signorina subisce pazientemente la presenza dello scemo e non c'è caso che tolleri la mia. Ma una volta... una volta l'ho ben costretta a non evitarmi!... Sapete in quale occasione? Ai funerali della vostra povera moglie.

Sebastiano

(con un moto comico di stupore rabbioso) Ah, sì?!

Giulio

La signorina misteriosa, più misteriosa del solito nel suo compunto raccoglimento, seguiva il feretro con le donne del paese, ed io lì, ostinato, a camminarle vicino, finchè non si giunse al cimitero. Capirete che non c'era scampo per lei. Visto che ribellandosi avrebbe attirato sul fatto l'attenzione della gente, fu obbligata a rassegnarsi, la scontrosetta! Che gusto mi cavai!

Sebastiano

(masticando il sigaro) Vi divertiste ai funerali di mia moglie!...

Giulio

(sconcertato) Mi divertii?!... Voi fraintendete. La vicinanza del visino malinconico d'una gentile prefica volontaria aumentava la commozione, che....

Sebastiano

Non state a distillare parole difficili per giustificarvi. Se vi divertiste, prosit! (Alzandosi con falsa pacatezza) Volete darvi pensiero di questo vedovo imbecille che è rimasto a vivere per rompersi le scatole lui e per romperle agli altri?...

Giulio

Che dite mai, signor Sebastiano! Voi siete una così cara persona....

Sebastiano

Io sono semplicemente un seccatore incommensurabile. E se vi sto sullo stomaco come un quintale, dovete chiederne conto al vostro reverendissimo signor fratello. Imbecille anche lui con la sua prosopopea di rigeneratore delle anime! Volevo andarmene alla malora una volta per sempre.... Nossignore! Me l'ha proibito e si è impegnato di fabbricarmi un cervello nuovo. Sicuro! Si è impegnato di farmi credere in tutte le bellissime fanfaluche in omaggio alle quali è assolutamente vietato di crepare quando se ne ha voglia e si deve portare la soma della vita senza tirar calci. Io ci scommetterei che mentre noi cianciamo qui, egli, chiuso in quella camera, ginocchioni, provvede già a fabbricarmelo il cervello nuovo. Dice che per servirmi a puntino gli basta di pregare per me. Preghi! Preghi! Io ho promesso di aspettare... finchè potrò. Ma, nel frattempo, caro signor Giulio, aspettando d'imparare a essere il ciuco che non tira calci, ne tirerò a chiunque ci capita. E, a tirarne a voi, — sono franco — ci proverò un diletto particolare!

Giulio

I miei anticipati ringraziamenti!

Sebastiano

Eh!... C'entra un po' l'invidia. Voi vi cucinavate la «signorina misteriosa» facendo la stessa strada che facevo io per andare a seppellire mia moglie: è naturale che un tantino d'invidia m'inasprisca il sangue. — E poi, non vedete? Io, tutto vestito nero, sembro un mostruoso bacherozzolo: voi, tutto vestito bianco, preannunziando i prossimi calori estivi, sembrate... il battistrada del sole! Per voi ci sono i bei visini malinconici che aspettano d'essere avvivati dai raggi cocenti che promettete; per me... un freddo cadavere di donna che gli acidi della mia ipocondria non riescono nemmeno a imbalsamare! Posso volervi bene, io? Posso fare a meno d'invidiarvi? E no! E no! Sarebbe un'anomalia. Non pare anche a voi che sarebbe un'anomalia?

Giulio

(senza rispondere, siede con paziente noncuranza, cavando di tasca un elegante portasigarette e cominciando a zufolare un motivetto della Geisha.)

Sebastiano

Al più al più, io posso farvi la concessione di non desiderare il vostro male. (Ha in mano un cerino perchè il sigaro gli si è spento.) Per un invidioso, è già una bella generosità.

Giulio

(togliendo da una sigaretta un po' di tabacco per afflosciarla, continua a zufolare.)

Sebastiano

(offrendo) Volete un cerino?

Giulio

(con durezza) No. (Tira fuori la sua scatola di cerini.)

(Contemporaneamente, tutti e due accendono i cerini e dan fuoco l'uno al sigaro, l'altro alla sigaretta, riempendo l'aria di fumo.)

Sebastiano

Siete in collera con me?

Giulio

(seccamente) Sì.

Sebastiano

Per la qual cosa, io vi saluto. (Andando via lemme lemme, col sigaro in bocca.) Ma avete torto, perdiancine! L'invidia porta fortuna!... Voi siete nato vestito, caro signor Giulio!

Giulio

(una gamba sull'altra, la sigaretta fra le labbra, modula ora con la voce il suo motivetto favorito, dondolando un piede su quel ritmo.)

Barbarello

(non visto nemmeno ora da Sebastiano che sta per uscire, sporge la testa di sotto la tappezzeria che covre il sostegno dello scarabattolo, e guarda alle spalle Giulio con ostilità timorosa. — I denti stretti e la bocca aperta dànno alla fisonomia di lui un carattere beffardo.)

Sebastiano

(sulla soglia) E,... se la ragazza vi piace,... in un modo o nell'altro, vi vedremo felici.... Augurii!... Augurii!... (Esce.)

Giulio

(getta un sospiro di sollievo. Si alza, va fino alla porta in fondo con un comico slancio d'ira e ha un gesto che sembra un ceffone assestato all'aria.) Per quanto è vero che esisto, questo vedovo addolorato è peggio di un gufo!

Barbarello

(ha ritratta in tempo la testa.)

Giulio

Voglio fare uno scongiuro contro il malocchio!

SCENA II.


Don Fiorenzo

(entra dall'uscio di destra affrettatamente, ma con passo malfermo, guardando dietro di sè quasi fosse incalzato da un'ombra.)

Giulio

(voltandosi di botto) Fiorenzo!?...

Don Fiorenzo

(fermandosi) ... Che c'è?...

Giulio

Lo domando io a te. Mi sembri uno spiritato!

Don Fiorenzo

(confusamente) Uno spiritato?... Che esagerazione!... Avrò forse un po' l'aria stranita....

Giulio

Altro che stranita!... Hai avuta qualche brutta notizia?... Hai avuta qualche cattiva sorpresa?...

Don...

Erscheint lt. Verlag 23.2.2023
Sprache italienisch
Themenwelt Literatur Lyrik / Dramatik Dramatik / Theater
ISBN-10 65--4748032-1 / 6547480321
ISBN-13 978-65--4748032-1 / 9786547480321
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