Kali Yuga (eBook)

eBook Download: EPUB
2017
50 Seiten
Tektime (Verlag)
978-88-7304-394-2 (ISBN)

Lese- und Medienproben

Kali Yuga -  Federico Pierlorenzi
Systemvoraussetzungen
2,49 inkl. MwSt
  • Download sofort lieferbar
  • Zahlungsarten anzeigen

'Vivere.
Non so come si fa.
Non so se voglio farlo.'


Kali Yuga è l`era oscura nella vita di ogni individuo. Ed è in questo periodo di profonda crisi in cui l` IO e il NOI si confrontano, si cobattono e si confondono che avviene la scelta: CHI voglio essere io?
L`analisi delle emozioni si trasforma in espressione linguistica che accompagna il lettore attraverso l`ansia e l`angoscia, fino alla soluzione che porta alla rinuncia e scioglie la realtà.


4 capitoli importanti della vita di Pablo.
4 capitoli che gli sono stati impressi a fuoco nell`anima.
Ma ognuno di questi capitoli ha un protagonista differente da Pablo. Ed egli non può che essere semplice spettatore impotente.


O forse no.


Ognuno ha la prorpia responsabilità in ciò che gli accade. Ma per accettarla deve prima fare i conti con se stesso e con gli altri, ed accettare di lasciare agli altri la propria responsabilità e di prendersi per sé soltanto la propria.


PUBLISHER: TEKTIME

NIN


 

 

 

 

 

 

Il buio. Una goccia di rugiada si risveglia aggrappata ad un pelo. Proviene dalle tubature arrugginite di un palazzo di quasi cinquant’anni fa. Ed ora è lì, in sospeso su quel pelo della sua gamba. Attende di scivolare via, confondersi di nuovo, stavolta piano piano, nel tutto da cui proviene. Aggregandosi prima ad una sola sua simile. Poi assieme ad un’altra. E ad un’altra ancora. Fino a tornare come era. Non certo dove era.

 

 

A cosa crede un ateo? Crede nell’uomo? Nella fiducia? In se stesso? Nel semplice concetto di vita unica e univoca? Credere aiuta a vivere, a superare quei momenti in cui non hai ciò che desideri o semplicemente hai ciò che non desideri. In cosa credo io? Io non credo. In niente e in nessuno. Nella più totale e completa tristezza e razionalità, affido costantemente la mia fiducia in tutti per non doverla affidare completamente a qualcuno o qualcosa. Divido sapiente i pesi per non dovermi trovare un giorno a perdere tutto, in un istante, in un motivo o in un pretesto troppo labili e leggeri, volatili e inconcreti, assurdamente teorici per poter giustificare o semplicemente accettare la disfatta. La fine, la sconfitta, la perdita di ogni singolo momento felice passato, imbrattato ora dal vuoto che con infamia lascia. Tanti amici. Tanti amori. Tanto “distacco” dai più vicini per non soffrire. Per non perdere ogni singolo granello di effimera felicità che aiuta a sopportare il peso della sofferenza. Il peso della vita. Il peso. Vivere e soffrire ogni giorno pur di non soffrire mai più, di non vivere mai più. Non è facile sentirsi come eterni secondi nella corsa della vita in cui gareggi solo tu. Chi sta vincendo? Chi sta arrivando costantemente primo se di fronte a me non vedo neanche la coda del mio antagonista? Solo il vuoto, il nulla intorno. Avanti come dietro. E affianco una interminabile infinita lunga staffetta di tanto insinceri quanto momentanei sorrisi, che ti aiutano a superare la vita stessa giorno per giorno. Nulla è per sempre o forse tutto è per sempre. Un tutto fatto di nulla, di momenti, di vuoti e di ricordi addolciti dalla memoria così tenera e materna nei confronti di se stessa. Così troppo abituata a soffrire. Disinfettare le proprie ferite senza alcol, senza fuoco, senza vita. Ma con il solito putrescente palliativo che allevia dolore sofferenza e vita. Manca la forza il coraggio la fede ai quali appoggiarsi quando si ha bisogno di ricucire sadicamente gli squarci che la propria anima si è procurata strisciando e impigliandosi nella vita stessa. Nei dolori. La pazzia di credere. La pazzia. Di credere. Di credere e basta. In qualsivoglia essere o oggetto animatoinanimato che dia un senso a se stessi, alla propria vita, al proprio mondo di balocchi costruiti con amianto e fango. Cosa resta di sé. Dopo un interminabile cammino di vita? Bene o male? Bene e male, ricordi. Mendaci ricordi di vita. Palliativi per tirare avanti in progetti e programmi fini a se stessi. Fini alla mera riproduzione condannante individui che ancora non lo sono e non lo sanno. Una vita di fardelli e colori sbiaditi rimasterizzati in technicolor dall’astuta memoria. Che ci coccola e ci vezzeggia sapendo che altrimenti non saremmo mai disposti a proseguire questa folle corsa. Andare avanti con l’uomo che cerca l’uomo. Un’immagine di se stesso. Per resistere, per avere un doping nel tragitto, per trovare infine chi sta vincendo realmente la corsa. NON IO.

Mentire a se stessi e al mondo per resistere. O per paura di conoscersi veramente e sentirsi il peso di doversi comportare di conseguenza senza più poter nascondersi dietro le proprie autoillusioni di un mondo perfetto. O del migliore dei mondi possibili. La morte. La vita dell’uomo è la morte. La natura dell’uomo è la morte. L’uomo è morte. Ogni respiro è respiro di morte per me stesso e per gli altri che mi circondano con i loro cadaveri putrefatti di vita. Cosa mi spaventa della morte? Del non esserci più? Del non soffrire-gioire che perseguita le mie notti insonni e i miei giorni vacui? Nulla! La vita è morte e la morte è nulla! È non più soffrire, ridere, giocare, amare, gioire, pensare, respirare, odiare, deludere (sé e gli altri), insomma vivere... Acqua calda in arrivo al tavolo 3!

Mostrare i denti e gettare sale nelle proprie ferite. Allontanarsi da se stessi e dagli altri. Sentire il sangue scorrere sempre più forte. Sentire aumentare la velocità con la quale il cuore spreca ogni suo singolo unico battito di quelli già contati, preconfezionati da… da chi? Dalle parche? Da dio? Da me stesso? Sentire e sentirsi morire ad ogni rintocco ventricolare ogni volta che ami, che odi, che ridi, che piangi, che ti emozioni. Sentire la vita e la morte in un unico movimento oscillatorio dove tu sei e sai di essere.

Non ne ho più la forza.

Forse non l’ho mai avuta.

Difetto di fabbrica?

Con affetto Blue

 

 

Il foglio è sulla piccola scrivania, liscia, pulita, vuota. Nella stanza accanto c’è Blue, seduto dentro la doccia. Le ginocchia quasi gli arrivano al petto ma a lui sembra di stare comodo, o perlomeno di non stare scomodo. Insomma sente di stare. Osserva le migliaia di goccioline che si infrangono contro le sue ginocchia e si disperdono disperate lungo tutto il suo corpo. Si cercano l’un l’altra e ogni tanto si ritrovano e si aiutano a riconquistare con il volere della gravità, la loro essenza. Scorrono di pelo in pelo e si ritrovano di nuovo assieme in quel rigolo d’acqua, luccicante della bianca, limpida, sterile luce al neon. Per andare a seguire la massa stessa del tutto che sono. Lungo l’angusta doccia, fino alle tubature di nuovo arrugginite. Ogni tanto qualcuna più audace si insinua fra le sue ciglia e gli arrossa gli occhi. Segue la strada già percorsa in passato da troppe cugine salate. Cugine che ora non albergano più in lui, ormai da troppo tempo. Non ci sono più motivi per aprire i suoi dotti lacrimali, o forse ci sono sempre stati, ma ora non hanno più alcun senso. Il suo unico interesse ora è il tragitto di quelle tenere goccioline d’acqua che adesso lo accarezzano. Lo coccolano finalmente, dopo la solita, lunga, interminabile giornata di nulla. I suoi occhi grigi e uggiosi seguono senza alcuna emozione il tragitto di quelle piccole e tenere amiche, che stanno sempre più allontanandosi anch’esse dai suoi interessi. D’improvviso si disincanta e fa un lungo sospiro. Sembra che abbia preso a respirare per la prima volta in vent’anni di vita. Il suo volto si solleva rallentato e nota che le mattonelle di fronte a lui sono sempre le stesse: con le loro sbeccature irregolari, le loro macchioline di muffa, le loro sfumature, i loro colori forse accesi, ma che Blue vede totalmente grigi sin dalla nascita. Tutti i suoi colori caldi sono delle sfumature di grigi. Tutte le sue foto esotiche di pesci tropicali appese alle pareti. Tutti i tramonti dipinti dalla tremante mano della madre. Tutta la sua vita, in fondo, è un’accozzaglia di grigi inespressivi. Ed ora si è abituato a vivere a cavallo di quelle impercettibili sfumature. Quasi a sentirsi di dare fastidio al solo uscire dagli schemi che la vita gli ha “generosamente” invitato a seguire. E che lui non ha mai deciso di cambiare. In vita sua ha cambiato tante persone, e molte di queste, affascinate da quell’essere leggero e profondo, sono cambiate in cuor loro in meglio. Ma questo Blue non lo sa. O forse non gli interessa più. Ci sono tanti come lui, uno in più o uno in meno non farà di certo la differenza in un calcolo sommatorio e diffamatorio di sette miliardi di persone e più. Alza il braccio sinistro dopo un secondo laconico respiro e alza la temperatura della doccia. Si sta abituando anche al caldo e pensa che una sauna vera e propria non l’ha mai fatta in vita sua. Certo ci è andato vicino quando è rimasto chiuso in ascensore in un settembre ancora estivo, durante i corsi di recupero delle materie umanistiche al liceo. E pensare che in ascensore non era solo. Erano rimaste bloccate con lui due delle ragazze più in di tutto l’istituto. Ed aveva anche scoperto a sue spese quanto fossero stronze le due bimbe… Prese da sole non sarebbero poi state neanche male, mentalmente parlando si intende, fisicamente non avevano nulla di che vergognarsi. Proprio due belle cocche di papà con la puzza sotto al naso e l’idea di usare il mondo intero a loro piacere e comodo. Solo per riempire l’inconscio vuoto causato dalla sempre più crescente consapevolezza dell’assenza di un non ben definito ‘qualcosa’. Avevano cominciato a denudarsi, pezzo per pezzo con i loro risolini e ammiccamenti vari. E Blue, lì, non era certo un pezzo di marmo. Rianalizzando l’episodio con il senno di poi ricorda solo le estenuanti prese per i fondelli che ne conseguirono per qualche mese ad opera dei soliti tre. E l’immensa fatica di non saltare addosso a quei due pezzi di figliole. Quando riaprirono le porte dell’ascensore loro due erano in mutande e reggiseno, che si rimisero in fretta e furia alle prime avvisaglie di salvataggio. Dettaglio che Blue non divulgò mai, forse per eccessiva galanteria o coglionaggine. Come non raccontò mai i baci con tanto di lingua scambiati tra le due ragazze. I lembi di pelle tremula accarezzati dalle mani con le unghie dipinte. E i sorrisi ammiccanti, gli sguardi provocanti, i mugolii accennati... E lui zuppo di sudore ed arrapato come mai prima di allora… Però ora il caldo e gli agrodolci ricordi che lo aggrediscono gli fanno mancare il fiato. È costretto ad aprire quello che in passato era uno sportello a tenuta stagna, per prendere un po’ d’aria. La...

Erscheint lt. Verlag 3.5.2017
Sprache italienisch
Themenwelt Literatur Lyrik / Dramatik Dramatik / Theater
Geisteswissenschaften Psychologie
Schlagworte Auto-aiuto • crescita personale • depressione • Emozioni • psicologia • Relazioni interpersonali • Suicidio
ISBN-10 88-7304-394-1 / 8873043941
ISBN-13 978-88-7304-394-2 / 9788873043942
Haben Sie eine Frage zum Produkt?
EPUBEPUB (Adobe DRM)
Größe: 196 KB

Kopierschutz: Adobe-DRM
Adobe-DRM ist ein Kopierschutz, der das eBook vor Mißbrauch schützen soll. Dabei wird das eBook bereits beim Download auf Ihre persönliche Adobe-ID autorisiert. Lesen können Sie das eBook dann nur auf den Geräten, welche ebenfalls auf Ihre Adobe-ID registriert sind.
Details zum Adobe-DRM

Dateiformat: EPUB (Electronic Publication)
EPUB ist ein offener Standard für eBooks und eignet sich besonders zur Darstellung von Belle­tristik und Sach­büchern. Der Fließ­text wird dynamisch an die Display- und Schrift­größe ange­passt. Auch für mobile Lese­geräte ist EPUB daher gut geeignet.

Systemvoraussetzungen:
PC/Mac: Mit einem PC oder Mac können Sie dieses eBook lesen. Sie benötigen eine Adobe-ID und die Software Adobe Digital Editions (kostenlos). Von der Benutzung der OverDrive Media Console raten wir Ihnen ab. Erfahrungsgemäß treten hier gehäuft Probleme mit dem Adobe DRM auf.
eReader: Dieses eBook kann mit (fast) allen eBook-Readern gelesen werden. Mit dem amazon-Kindle ist es aber nicht kompatibel.
Smartphone/Tablet: Egal ob Apple oder Android, dieses eBook können Sie lesen. Sie benötigen eine Adobe-ID sowie eine kostenlose App.
Geräteliste und zusätzliche Hinweise

Buying eBooks from abroad
For tax law reasons we can sell eBooks just within Germany and Switzerland. Regrettably we cannot fulfill eBook-orders from other countries.

Mehr entdecken
aus dem Bereich
The Experimental Theater in France

von Leonard C. Pronko

eBook Download (2023)
University of California Press (Verlag)
43,99