Il Fantasma Di Margaret Houg (eBook)

(Autor)

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2017
208 Seiten
Tektime (Verlag)
978-88-85356-68-9 (ISBN)

Lese- und Medienproben

Il Fantasma Di Margaret Houg -  Elton Varfi
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Londra, ai giorni nostri.
Muore la moglie di un potente e chiacchierato banchiere ma, un anno dopo il decesso, i figli della signora affermano di averne visto il fantasma aggirarsi per la villa.
E' realtà? E' un incubo? C'è qualcosa di torbido nella faccenda?
Londra, ai giorni nostri.
Muore la moglie di un potente e chiacchierato banchiere ma, un anno dopo il decesso, i figli della signora affermano di averne visto il fantasma aggirarsi per la villa.
E' realtà? E' un incubo? C'è qualcosa di torbido nella faccenda?
Toccherà a Ernest Devon, un ex poliziotto di Scotland Yard ora investigatore privato ed al suo amico Roni, risolvere l'intricato caso, che si sviluppa tra ricatti, sospetti ed un efferato omicidio.
Sullo sfondo si snoda la personale vicenda sentimentale del protagonista, che difende con tenera ostinazione il suo impossibile amore per la ex moglie.



PUBLISHER: TEKTIME

 

Capitolo III 

    

 

    Luisa non riusciva a capire cosa l’avesse spinta a chiamare Ernest e invitarlo a cena. Ormai era troppo tardi per ripensarci, fra poco lui sarebbe arrivato da lei. Ella era consapevole che durante la cena il discorso avrebbe preso una piega che  non le sarebbe affatto piaciuta. Ernest avrebbe fatto delle domande legittime, ma lei non era pronta a rispondere e lui ci sarebbe rimasto male ancora una volta. Si sentiva una stupida, ma la cosa che la faceva stare ancora più male era che ormai non poteva più fare niente; poteva solo stare ad aspettare gli effetti collaterali della sua brillante idea. Stava pensando queste cose quando suonò il campanello della porta.  

    Luisa andò ad aprire e si sentì terribilmente in colpa quando vide Ernest con un gran mazzo di rose in una mano e una bottiglia di vino nell’altra.

    “Le rose sono tutte per te, invece il vino è per me.”  disse Ernest che si sentiva l’uomo più felice sulla faccia della terra.

    “Sono bellissime, ma non dovevi disturbarti tanto.”

    “Ma quale disturbo!  Tu stasera hai deciso di assumerti il difficile compito di sfamarmi e questo è il minimo che potessi fare per ricambiare.”  rispose Ernest sorridendo.

    Luisa rimase di sasso davanti alla porta, prese le rose fra le mani e non sapeva che cosa dire. Ernest, che sembrava non avere perso l’uso della parola, chiese: “Non è meglio se entriamo, adesso?”

    “Ma si, certo, scusami. Accomodati pure.”  disse Luisa, liberando l’ingresso.

    “Lo trovo carino, qui, veramente delizioso.”  disse Ernest appena entrò, ma non ricevette risposta  “Suppongo che ti trovi bene, in questo appartamentino”  continuò  allora lui.

    “Si, per la verità mi trovo molto bene”  rispose Luisa, sistemando i fiori in un vaso  “Non è niente male, veramente. Sto quasi pensando di trasferirmi qui. Che ne dici?... Ti piace l’idea?”  

     “Non penso proprio che sia una buona idea che tu….”

    “Ehi, cosa ti succede? Sto scherzando, Luisa, non sono ancora impazzito.” l’interruppe Ernest “Dimmi la verità: non sei per niente contenta di avermi invitato o mi sbaglio?”

    “No, no. Ma mi fa uno strano effetto essere di nuovo a cena con te dopo tutto questo tempo.”  disse Luisa, cercando di sorridere.

    “Sono passati solo dieci mesi, non è tantissimo tempo.”  mormorò allora lui   “Comunque ho molto gradito il tuo invito e non ci vedo niente di strano se ceniamo insieme. Per me è la cosa più normale del mondo e non…”

    “Da quando sei diventato così chiacchierone?”  lo interruppe Luisa, sorridendo con gusto.

    “Che cosa vedono i miei occhi! Luisa sta sorridendo, non riesco a crederci.”  disse Ernest, scherzando.

    Forse non si poteva parlare di risate vere e proprie, ma certamente era più sciolta. Ernest si avvicinò e l’abbracciò per manifestare tutta la sua approvazione.

    “Tutto a posto, allora?”  proseguì lui  “Vedi, non ci vuole tanto per stare meglio.”

    “Complimenti, sei diventato un chiacchierone con uno spiccato senso dell’umorismo. Da te proprio non me lo sarei aspettato.”

    “Lo so, purtroppo hai un’idea sbagliata di me, ma pazienza. Allora, cos’è questo delizioso odore che viene dalla cucina?”

    “Fra poco lo vedrai.”  rispose Luisa.

    “Come cuoca sei bravissima. Mi hai cucinato cose buonissime; ancora oggi rimpiango i tuoi fagottini ripieni di carne …”

    “Il lavoro come va?” interruppe Luisa, come se volesse cambiare discorso “Ora sei un investigatore privato o mi sbaglio?”

    “Si, ma a dire il vero non ho avuto molto da fare. Da pochissimo, però, ho ricevuto una proposta seria.”

   “Di cosa si tratta? Se non sono indiscreta…”  chiese Luisa.

    “Devo dare la caccia a… una donna.”

    “Qualche marito geloso ti ha messo alle costole della moglie?”  ipotizzò Luisa, sorridendo “Non riesco ad immaginarti come guardone.”

    “No, ti sbagli, non si tratta di questo. Sarebbe più facile. La cosa è molto più complicata di quello che sembra. Purtroppo non posso dire di più.”

    “Capisco, segreto professionale. Non ti faccio più domande. Ora è meglio che ci mettiamo a tavola, penso che la cena sarà pronta.”  disse Luisa e andò in cucina.

     Ernest si accomodò a tavola e proprio mentre stava per sedersi squillò il telefono. Luisa uscì dalla stanza e rispose: “Pronto? Si, è qui. Te lo passo. È per te.” disse ad Ernest, il quale si alzò molto stupito e curioso di sapere chi lo cercasse.

     Lo stupore crebbe quando dall’altra parte del telefono sentì la voce di Roni.

    “Cosa vuoi, Roni?”  domandò “Cosa è successo?”

    “Lo so che non è il momento giusto per disturbarti, ma è accaduto di nuovo.”

    “Cosa?”

    “Il fantasma è apparso di nuovo e il signor Houg ci sta aspettando.”

    “Io me ne sbatto del fantasma, del signor Houg e anche di te, Roni. Non ho ancora cenato e non ho alcuna intenzione di muovermi da qui. Chiaro?”  rispose Ernest che era veramente arrabbiato.    Roni però non aveva alcuna intenzione di mollare.

    “Lo so che mi odierai a morte, ma tra dieci minuti sono da Luisa,  così ti porto a casa del signor Houg.”

    Ernest non ci poteva credere. Finalmente era riuscito a stare da solo con Luisa e Roni era pronto a rovinare tutto per quel maledetto fantasma che aveva proprio trovato la serata adatta per fare la sua apparizione.

    I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Luisa: “Qualcosa non va?”  chiese.

    “Purtroppo si.”  rispose Ernest  “Sta arrivando Roni e io devo andare via con lui.”

    “Mi dispiace molto!”  disse Luisa.

    “A me di più. Il destino è contro di noi. Sembra che non possiamo stare in pace noi due, eh?”

    Luisa non sapeva cosa dire. Guardava Ernest e dai suoi occhi si capiva che le dispiaceva veramente.

     “Beh, ci saranno altre occasioni per vederci, non credi?”

    Ernest non rispose subito. La guardò negli occhi e avrebbe davvero voluto credere che ci sarebbero state altre occasioni, ma conoscendo Luisa sapeva che sarebbe stato molto difficile.

    “Ora sarà meglio aprire la bottiglia di vino, almeno brindiamo.”  disse lui.

     Luisa annuì e portò due bicchieri.

    “Questo brindisi è per noi due, sperando di rivederci il più presto possibile, Roni permettendo.”    disse Ernest e avvicinò il suo bicchiere a quello di Luisa che fece la stessa cosa.

    Avevano appena cominciato a bere, quando suonò il campanello della porta.

    “Eccolo.”  disse lui.

    Luisa andò ad aprire.

    “Buonasera.”  disse Roni a Luisa  “Mi dispiace disturbarvi, ma si tratta di una emergenza.”

    “Si, Roni, sappiamo quanto ti dispiace, ma ora sarà meglio andare.”  disse Ernest che salutò Luisa e uscì. Roni fece lo stesso.

     Dopo aver chiuso la porta Luisa rimase immobile nel salotto, pensando a quello che era successo. Ernest la aveva scombussolata.  Forse lo amava ancora? Forse era solo tenerezza? Un forte odore di bruciato la riportò in sé.

   “Oh no!”   disse  “La cena è andata in fumo!”

    Mentre si dirigevano verso le loro auto, Roni guardava Ernest che stranamente sembrava tranquillo.

 “Meglio se prendiamo la mia”  disse Roni all’amico  “Non ti preoccupare. Useremo la tua più tardi.”

    Ernest obbedì,  andò verso la macchina di Roni e si avviarono.

     Roni non riusciva a parlare; sapeva quanto l’amico tenesse a quella serata, ma con sua grande sorpresa fu Ernest che gli chiese cosa era successo.

    “Beh, non so molto. Il signor Houg mi ha telefonato avvertendomi che il fatto è avvenuto di nuovo.”

    “Il fatto?”  chiese Ernest.

    “Si; chiaramente si riferiva al fantasma. Dalla voce mi è sembrato molto preoccupato e mi ha immediatamente chiesto di te.” finì Roni, che con la coda dell’occhio guardava Ernest, che  però continuava a sembrargli tranquillo.

    “A chi è apparso,  questa volta?”   domandò l’investigatore  “Di nuovo a suo figlio?”

    “Probabilmente si, lo sapremo tra poco.”

    “Hai ragione ,Roni, fra poco sapremo come stanno le cose. È strano. In questo momento avrei dovuto essere a cena con Luisa e non lo sono. Dovrei essere furioso con te, ma non lo sono. Tu mi sai spiegare perché?”

    Roni lo guardò per un attimo negli occhi e si sforzò di dare una risposta.

    “Mi dispiace molto per la cena, ma sono contento di vedere che non sei arrabbiato. Il perché non te lo so dire. Anche se ci conosciamo da molti anni, mi sono sempre sforzato di capirti, ma credo che resterai un grande mistero.”

    Ernest, dopo avere ascoltato Roni, si mise a ridere e gli diede una pacca sulle spalle.  

    “Parlo seriamente, sei davvero un mistero.”  continuò l’antiquario.

    “Invece, io scopro questa sera per la prima volta che sei davvero spericolato quando guidi. Vorrei arrivare a casa del tuo amico tutto intero, ma se continui a guidare...

Erscheint lt. Verlag 1.1.2017
Übersetzer Elton Varfi
Sprache italienisch
Themenwelt Literatur Krimi / Thriller / Horror Historische Kriminalromane
Literatur Krimi / Thriller / Horror Krimi / Thriller
Literatur Romane / Erzählungen
ISBN-10 88-85356-68-0 / 8885356680
ISBN-13 978-88-85356-68-9 / 9788885356689
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