Proclo – Lo stile e il sistema della teologia (eBook)

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2023
358 Seiten
De Gruyter (Verlag)
978-3-11-108721-4 (ISBN)

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Proclo – Lo stile e il sistema della teologia - Miriam Cutino
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Proclo, diadoco della scuola di Atene nel V secolo d.C., è una delle ultime grandi voci di un mondo politeistico pagano ormai in crisi, di fronte al progressivo affermarsi del Cristianesimo.

La sua scrittura è testimonianza non solo di una delle rappresentazioni metafisiche più influenti per la costituzione dell'idea di 'sistema' filosofico - sulla base di un complesso 'gioco linguistico' che poggia sulla sfera concettuale dell' 'ordine' e dell' 'unità' -, ma anche di un tentativo di conciliare la retorica con la filosofia. Nei tre capitoli in cui è strutturato il libro (lo stile, il sistema, l'unità) si evidenzia allora un'intenzione consapevole, in Proclo, di adeguare il contenuto della sua metafisica sistematica alla 'forma' letteraria. Si rintraccia cosi nelle scelte stilistiche di Proclo una coerenza con le norme estetiche di un canone retorico, probabilmente consolidato nel ciclo di letture della scuola neoplatonica.

Il modo in cui l' 'arte' espressiva è subordinata in Proclo alla filosofia è uno degli esempi più emblematici di uno sviluppo, nella tarda antichità, dell'enkuklios paideia - l'unione di tutte le arti necessarie alla formazione dell' 'uomo' - che sarà poi nel mondo latino il ciclo delle arti liberali.



Miriam Cutino, KU Leuven, Belgio.

Introduzione


Pochi sono stati, negli studi critici condotti fino a questo momento su Proclo di Licia (V secolo d.C.), i tentativi di ricostruzione globale del suo pensiero in una monografia che presentasse, in modo unitario, gli elementi atti a fornire un’immagine propriamente sistematica della sua filosofia. Per spiegare i capisaldi della teologia, che mira a colmare il divario tra l’Uno e i molti, e per spiegare le numerose e apparenti contraddizioni insite negli scritti di Proclo è necessario avere uno sguardo complessivo sul suo progetto filosofico. Si può interpretare il sistema procliano – il cui obiettivo, come i suoi predecessori Giamblico e Siriano, consiste nella costruzione di una teologia scientifica – come una totalità organica, in cui ogni elemento è giustificabile in funzione di un unico scopo. Nel presente lavoro mostriamo che questo unico scopo consiste nella ricerca di un fondamento unitario, che conferisca un ordine continuo e razionale al problema dell’incommensurabile distanza tra un Uno innominabile, ineffabile e inconoscibile, e una realtà ontologica dai molti nomi, dalle molteplici nature e dalle diverse definizioni. Gli elementi che ci sembrano possano fornire un’immagine della teologia in quanto progetto filosofico e scientifico organico sono raccolti in una triade di elementi che estrapoliamo direttamente dal cuore del sistema procliano: l’espressione retorica, la dimostrazione scientifica, il contenuto teologico. Come mostriamo dallo studio che prende in considerazione l’integrità del corpus procliano, questi tre capisaldi del sistema rappresentano gli obiettivi fondamentali di ciascuna opera secondo diversi gradi di espressione. Inoltre, la stessa tripartizione sistematica corrisponde alle tre parti in cui si articola la presente monografia. Queste intendono mostrare come il progetto neoplatonico di una teologia organica e universalmente valida sia strettamente connesso all’invenzione di un linguaggio che, oltre ad essere metafisico, è anche letterario.

La prima parte del volume è dedicata allo studio delle modalità di scrittura di Proclo, che corrispondono, prevalentemente, ad uno stile letterario modellato su un canone di retorica già consolidato. Questa sezione è, dunque, consacrata alla delineazione del ruolo della retorica e della scrittura letteraria nelle opere del Licio, in quanto primo elemento del funzionamento triadico retorica-logica-teologia. Difatti, chiamiamo con il termine generico di “retorica” l’insieme degli elementi formali – la sperimentazione di stili differenti, l’adeguamento a canoni retorici già consolidati e il modo strategico di utilizzare le fonti più autorevoli – che ci fanno individuare una destinazione duplice dei commentari procliani, da una parte, in quanto “lettura in comune” inquadrata nel contesto scolastico neoplatonico e volta all’iniziazione progressiva di un pubblico ristretto di discenti, dall’altra, in quanto annotazioni, riviste e ricomposte in un genere destinato alla ricezione futura di un lettore indeterminato, che deve essere convinto della validità e dell’universalità dell’esegesi. D’altro canto, analizzando i procedimenti argomentativi dei due maggiori trattati teologici procliani – il progetto monumentale presentato nella Teologia platonica, una sorta di summa theologiae che raccoglie tutto il sapere e i riti della tradizione greca pagana, e gli aspetti essenziali della teologia more geometrico demonstrata negli Elementi di teologia –, mostriamo come il secondo elemento del sistema triadico, retorica-logica-teologia, consista nell’adeguazione della metafisica a strutture dimostrative matematiche, che ricoprono un ruolo di formalizzazione e razionalizzazione del contenuto finale ineffabile della visione sugli dei. Sottolineiamo, a questo proposito, che l’espressione letteraria e la formalizzazione matematica sono due diversi modi di affermare un contenuto teologico univoco. Questo sistema triadico è presentato, in ogni opera di Proclo, con gradi di predominanza differenti: vi sono opere caratterizzate da una maggiore inflessione retorica (come il primo libro della Teologia platonica, il Commentario sull’Alcibiade I di Platone e il prologo del Commentario sul Timeo di Platone); opere che presentano un’argomentazione più rigorosa (come il procedimento dimostrativo delle proposizioni degli Elementi di teologia, cui corrispondono le medesime argomentazioni nella Teologia platonica, presentate in una struttura dimostrativa più amplia che fa corrispondere le tappe del procedimento di scoperta intellettuale ai gradi d’essere della gerarchia). Il primo capitolo vuole, in effetti, dimostrare che non solo ogni opera presenta al suo interno una stretta coordinazione tra la sua forma e il suo contenuto, ma che vi è una coerenza interna e sistematica, che emerge soprattutto dalle scelte linguistiche, lineari, con cui Proclo delinea i principi della sua metafisica.

Pertanto, scopo delle due parti successive, la seconda su “Il sistema”, la terza su “La teologia dell’unità”, è quello di risolvere le apparenti contraddizioni linguistiche del complesso sistema metafisico di Proclo, allo scopo di individuarne una linea guida unitaria, che possa da un lato fornire una definizione chiara del concetto di “gerarchia” e “gerarchie” ontologiche, dall’altro delineare i modi in cui sono articolati i diversi livelli di unità che si estendono dall’Uno al molteplice. Per tale ragione ci occupiamo, nella seconda parte, di organizzare il lessico dell’ordine attorno a delle categorie linguistiche, τάξις, σειρά, διάκοσμος, διακόσμησις, che contribuiscono a evidenziare un carattere specifico della concezione della gerarchia procliana; nella terza distinguiamo invece i vari modi linguistici del filosofo neoplatonico di riferirsi ai livelli di unità, che costituiscono il fondamento della gerarchia ontologica. Organizziamo quest’ultima indagine lessicografica in coppie, apparentemente sinonimiche, di aggettivi (ἑνιαῖος e ἡνωμένος, ἑνοειδής e μονοειδής), consacrando, d’altra parte, uno studio a sé stante al reinvestimento metafisico del termine grammatico ἑνικός, impiegato da Proclo per la descrizione del rapporto di identità uno-molti del mondo intelligibile. Mostriamo così che queste reti linguistiche, che descrivono gradi diversi di unità, assumono, nella lettura sistematica della metafisica di Proclo, una funzione livellatrice fondamentale.

La nostra ricostruzione del corpus procliano da un punto di vista lessicologico si inserisce in una cornice di studi pionieristici, che prospettano l’esistenza, nel Neoplatonismo, di un’intima dialettica tra la filosofia e la sua espressione linguistica. Il primo, che riteniamo fondamentale, “Le début de la théologie comme science (IIIe-Ve siècle)” di H.D. Saffrey,1 è uno studio che riporta l’attenzione, rivolta all’indagine sugli scambi tra filosofia e teologia nel cristianesimo, ad una riconsiderazione della Teologia platonica in quanto primo trattato di teologia scientifica che, da un lato celebra la religione pagana, pur non essendo più religione ufficiale, dall’altro demitizza gli dei del pantheon tradizionale, posponendoli ad una molteplicità di classi divine di origine filosofica. La nostra ricerca aggiunge a questo studio un punto di vista nuovo, riconsiderando lo scambio tra filosofia e teologia alla luce della definizione di “sistema ampio”, che riscontriamo nelle opere di Proclo. La dimostrazione del carattere scientifico della teologia procliana coincide, in effetti, con una formalizzazione del lessico filosofico e una costruzione rigida del piano metafisico, articolato in una τάξις dell’essere e in una distribuzione graduale dell’unità e del carattere di divinità ad opera di ordini diversi di enadi.

D’altra parte, il nostro interesse per la conciliazione della τέχνη espressiva degli scritti di Proclo con la loro θεωρία di fondo si inserisce in un filone di studi sull’esegesi e la scrittura neoplatonica iniziato da P. Hadot, che mutua da Wittgenstein l’espressione “giochi linguistici”,2 per riferirsi al modo in cui il vocabolario antico può corrispondere ad un sistema linguistico che ha un suo senso limitatamente al suo contesto, e poi seguito da una riflessione condotta da Saffrey,3 sulla base di un paragone tra la prima parte del libro I della Teologia platonica [I 1, p. 5–7] e il “mistero della parola” di cui parla, a proposito della prosa d’arte, Dionigi d’Alicarnasso (De compositione verborum VI 25,5), suggerendo che i misteri linguistici siano portatori di misteri divini e che una corrispondenza forte esista tra l’arte di scrivere e le rivelazioni divine.4 Inserendosi in questa prospettiva, la nostra ricerca ricostruisce le connessioni tra l’espressione linguistica dei testi di Proclo e il loro contenuto filosofico e iniziatico. Questo lavoro è basato, del resto, sui lavori di L. Pernot, sia per quanto riguarda l’indagine delle inflessioni retoriche delle preghiere del corpus procliano,5 sia per lo studio delle formule codificate utilizzate dal nostro filosofo per fare allusione a modelli stilistici e contenuti teorici che solo i destinatari appartenenti al suo stesso mondo, in quanto condividono la sua stessa formazione culturale e gli stessi presupposti, possono comprendere. L’arte del “sottinteso” che possiamo rintracciare nella...

Erscheint lt. Verlag 6.6.2023
Reihe/Serie Beiträge zur Altertumskunde
ISSN
Sprache italienisch
Themenwelt Geschichte Allgemeine Geschichte Altertum / Antike
Geisteswissenschaften Sprach- / Literaturwissenschaft Literaturwissenschaft
Schlagworte Late Antiquity • Metaphysics • Metaphysik • Neo-Platonism • Neuplatonismus • Proclus • Proklos • Spätantike
ISBN-10 3-11-108721-2 / 3111087212
ISBN-13 978-3-11-108721-4 / 9783111087214
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