Oman Emirati Arabi -  Maurizio Levi,  Carla Piazza

Oman Emirati Arabi (eBook)

l'Arabia Felix
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2015 | 1. Auflage
336 Seiten
Polaris (Verlag)
978-88-6059-156-2 (ISBN)
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Nella penisola arabica i monsoni provenienti dall'Oceano Indiano scaricano sulle montagne del sud le piogge indispensabili all'esistenza della vita. Invece, la pioggia raramente raggiunge lo sterminato deserto del Rub al Khali, le cui dune sabbiose si susseguono per centinaia di chilometri, e arrivano sino al cuore dell'Arabia. Nel deserto vivono pastori beduini che sono gli Arabi più autentici, sempre alla ricerca, con i loro greggi, di nuovi pascoli e di acqua. Solo l'esperienza di un beduino, quando ci si trova avvolti da sabbia, sassi, caldo e sete sa dove si trova l'acqua nascosta. E poi prepara un tè che sapora di dolce, di speziato, un tè che racchiude tutti gli aromi del deserto. In riva ad un fiume o ad una sorgente troviamo i contadini che in arabo si chiamano 'fellah': sono stanziali e vivono in villaggi di fango o pietra oppure in capanne di paglia. Ricavano il necessario per vivere dal suolo e vivono in condizioni quasi medioevali.La cosa è completamente diversa nelle città, con forti contrasti fra sviluppo modernissimo e antiche tradizioni islamiche. Dal medioevo siamo passati all'era futuristica, con un balzo rapidissimo, grazie ai proventi del petrolio.
Nella penisola arabica i monsoni provenienti dall''Oceano Indiano scaricano sulle montagne del sud le piogge indispensabili all''esistenza della vita. Invece, la pioggia raramente raggiunge lo sterminato deserto del Rub al Khali, le cui dune sabbiose si susseguono per centinaia di chilometri, e arrivano sino al cuore dell''Arabia. Nel deserto vivono pastori beduini che sono gli Arabi più autentici, sempre alla ricerca, con i loro greggi, di nuovi pascoli e di acqua. Solo l''esperienza di un beduino, quando ci si trova avvolti da sabbia, sassi, caldo e sete sa dove si trova l''acqua nascosta. E poi prepara un tè che sapora di dolce, di speziato, un tè che racchiude tutti gli aromi del deserto. In riva ad un fiume o ad una sorgente troviamo i contadini che in arabo si chiamano “fellah”: sono stanziali e vivono in villaggi di fango o pietra oppure in capanne di paglia. Ricavano il necessario per vivere dal suolo e vivono in condizioni quasi medioevali.La cosa è completamente diversa nelle città, con forti contrasti fra sviluppo modernissimo e antiche tradizioni islamiche. Dal medioevo siamo passati all''era futuristica, con un balzo rapidissimo, grazie ai proventi del petrolio.

La storia

“Prometto di dedicare tutto me stesso

alla fondazione di un governo moderno

nel minor tempo possibile.

Il primo obbiettivo sarà l’abolizione

di tutte le restrizioni inutili

alle quali siete stati sottoposti....

instaurerò rapporti cordiali e a lungo termine

con le potenze straniere e

soprattutto con i paesi vicini...”

Dal discorso di investitura del Sultano Qaboos Bin Said

La Penisola Arabica fu un rifugio per l’uomo da tempo immemorabile e benché le ricerche archeologiche siamo solo all’inizio, numerose vestigia di attività e habitat umani sono stati portati alla luce. E’ utile avvisare i visitatori appassionati di archeologia che la maggior parte dei siti conosciuti non sono valorizzati o ben segnalati e che molti sono difficili da localizzare.

Preistoria

Paleolitico (da 1.000.000 a 10.000 anni a.C.). I siti del Paleolitico inferiore al momento conosciuti sono circa una dozzina e situati sul bordo sud ed est del deserto del Rub Al Khali. Si trovano nelle oasi o ai bordi di wadi, in prossimità di sorgenti o su delle alture. I più conosciuti sono:

- Habarut, nei pressi della frontiera con lo Yemen.

- Saiwan, nel centro est del paese. In questo sito sono stati ritrovati più di 300 utensili e manufatti in pietra tra cui alcuni bifacciali.

- Hanun, nella regione del Dhofar che ha fornito una grande varietà di oggetti.

Altri siti sono stati trovati nel wadi Al Umayri e Ghubara.

Paleolitico medio: è per il momento poco rappresentato in Oman. Si segnala la scoperta di diversi oggetti in pietra lavorati, grattatoi e punte, datati tra gli 80.000 e i 40.000 anni, a Ras Al Hamra.

I siti del Paleolitico superiore, ora noti, sono due: Shisur, al centro del Dhofar, ha portato alla luce una moltitudine di lame che sono state datate da 16.000 a 14.000 anni e Hanun, già citato, ha egualmente fornito qualche pezzo della medesima epoca.

Periodo Mesolitico (10.000 – 6.000 a.C.). Questo periodo demarca la frontiera tra la pietra tagliata per percussione e la pietra lavorata per sfregamento. È caratterizzato da una produzione di utensili più fini e più piccoli e da lame che rimpiazzano spesso le masse. Un solo sito, Bir Khasfa ai bordi del wadi Arar, nel nordest del Dhofar, ha portato alla luce molti oggetti tipici di questo periodo.

Periodo Neolitico (6.000 – 3.000 a.C.). Non si possono citare tutti i siti neolitici del Sultanato perché sono troppo numerosi. Le regioni dove sono più frequenti, sono la costa Nord, i monti dell’Hajar e il Dhofar, ma se ne trova qualcuno anche nel Wahiba Sand e lungo la costa.

La produzione “litica” comprende bifacciali tradizionali, ma anche lame, coltelli, grattatoi e diversi microliti, punte di freccia e punteruoli. La caratteristica essenziale del periodo neolitico è la progressiva sedentarizzazione delle popolazioni, che iniziò intorno al IV millennio a.C. Da sistemi di sussistenza come la caccia, la pesca e la raccolta, che implicano una mobilità importante, passiamo progressivamente all’agricoltura e all’allevamento degli animali domestici. Da questo momento in poi le prime barche permettono il perfezionamento delle tecniche di pesca e permettono le relazioni commerciali con le regioni costiere vicine. Ras Al Hamra è il sito più caratteristico di questa economia. Il clima diventa progressivamente più arido nel corso del IV e III millennio e gli agricoltori devono imparare ad utilizzare l’irrigazione per salvaguardare le loro colture.

Età del Bronzo (3.000 – 1.000 a.C.). La metallurgia del bronzo, scoperta all’alba del III millennio, si sviluppa in tutta la regione. I minerali di rame sono straordinariamente importanti nei monti dell’Hajar, al punto che i Sumeri le battezzarono le “montagne di rame”.

Alla fine del IV e l’inizio del III millennio appaiono i primi insediamenti umani, le prime città, che superano il migliaio di abitanti e nelle quali esiste una struttura architettonica costruita con lo scopo di proteggere. Citiamo Bat, nei pressi di Ibri, dove è possibile vedere, tra l’altro, i resti di una torre di venti metri di diametro che risale all’inizio del III millennio, di numerose tracce di case e mura che fanno pensare ad un recinto fortificato, ma soprattutto, non lontano, si può vedere un’immensa necropoli. Ubar (a Shisur nel Dhofar) potrebbe essere la famosa città perduta nel deserto. In questo sito furono trovate pietre e lame neolitiche che dimostrano che fu abitato fin dal V millennio e si trovano anche vestigia di torri e muraglie retrodatabili al II millennio.

Ceramiche, terrecotte di imitazione greca e romana del I millennio a.C. e porcellane cinesi della stessa era, ci fanno supporre che Ubar fosse il sito di stoccaggio per l’esportazione dell’incenso, verso diverse destinazioni come: Egitto, Roma e Grecia. Era inoltre anche un punto di collegamento verso un porto che assicurava il trasporto delle preziose merci verso l’Oriente.

- Sumhuran (ad est di Salalah, a picco sulla laguna di Khor Rori) è un’antica città portuaria, datata dagli ultimi studi, circa 2.000 anni.

- Maysar (sul wadi Samad) è un insieme di villaggi dove sono state ritrovate molte miniere per l’estrazione di metalli e alcune tombe, datate alla fine del III millennio.

- Ras Al Hadde Ras Al Jinz (a sud di Sur) è un insieme di siti datati circa 2.500 a.C. che non presentano un vero e proprio carattere urbano, ma devono essere menzionati perchè le vestigia scoperte testimoniano l’importanza del commercio internazionale marittimo che era in collegamento con la civilizzazione dell’Indo.

Il Primo Reame. In una tavoletta del XXIV secolo a.C. che descrive l’attività del Re Sargon I di Mesopotamia, si trova la seguente iscrizione: le navi di Meluha, le navi di Magan, le navi di Dilmun, si ancorarono lungo le sponde dell’Akkad. Il sudest della Penisola Arabica testimonia con vestigia ritrovate scambi particolarmente intensi fra il golfo Persico, l’India del sud e con l’Africa. Il reame di Dilmun (l’attuale Isola di Bahrain) e quello di Magan (l’attuale Sultanato dell’Oman e parte degli Emirati Arabi) erano in competizione già dal III millennio per imporre i loro servizi di commercianti marittimi sul mercato della Mesopotamia. Il paese di Magan, che probabilmente appare all’alba del III millennio, si compone in parte della civilizzazione chiamata di Bat e della civiltà detta “Umm an Nar”, le cui tracce si estendono all’Emirato di Abu Dhabi e a tutto il nord del Sultanato dell’Oman.

Il popolo di Magan si componeva di allevatori, agricoltori che praticavano la metallurgia del rame già dalla fine del IV millennio ed è certo che avesse contatti con i Sumeri e le civiltà dell’Indo.

Le relazioni di Magan con la Mesopotamia sono attestate dai testi cuneiformi risalenti alla metà del terzo millennio. I Sumeri chiamano Magan “La città del Rame” facendo riferimento all’importanza di questi minerali nei monti dell’Hajar. Il decadimento dei Sumeri intorno al 2.000 a.C. interruppe brutalmente tutti i commerci nel Golfo Persico causando un ridimensionamento della civiltà di Magan che iniziò così il suo declino.

Provincia dell’impero Persiano

Questo periodo comincia con l’occupazione di Ciro Il Grande a partire dal 563 a.C. Nel III secolo d.C. il Golfo Persico e le coste Omanite divennero il centro dell’Impero Sassanide. La capitale della provincia Persia era Sohar ed il principale centro era Rustaq. L’apporto culturale persiano fu importantissimo tanto da rivoluzionare l’arte locale e sul piano agricolo gli omaniti adottarono il sistema d’irrigazione degli “Aflaj”, tuttora utilizzato.

La tribù degli Azd si installa progressivamente nel nord del paese e finalmente caccia gli occupanti persiani nel VII secolo d.C. poco prima dell’avvento dell’Islam. Sulla base delle iscrizioni trovate nel sud dell’Arabia in origine la tribù era conosciuta come Al Asd ed in seguito secondo la tradizione Islamica, come Al Azd. Secondo geografi Arabi questa tribù era originaria dello Yemen e durante il periodo pre-islamico avvennero due ondate migratorie. La prima si spostò verso ovest (Azd Sarat e Azd Shanua) ed una seconda verso est (Azd Oman).

Nell’VIII secolo l’Oman aderì alla dottrina ibadita islamica la quale rifiutava la sovranità ereditaria.

L’Oman rimase fedele alla corrente ibadita che, grazie all’isolamento dal resto del mondo islamico, sopravvisse anche quando in altre aree musulmane era scomparsa e, ad oggi, prevale nel Paese. Il primo Imam fu nominato nell’VIII secolo conservando la dottrina più dura. Consolidata la divisione del Paese fra interno e costa, Nizwa divenne capitale sancendo il dominio politico dell’interno rispetto alle coste.

Nel X secolo la situazione cambiò e la città di Sohar sulla costa divenne la più importante mantenendo il predominio sia politico che economico.

Dopo Sohar, e fino al XV secolo, un’altra città di grande importanza fu Qalhat. I sovrani vivevano a Hormuz, isola al centro dello stretto omonimo.

La dominazione portoghese

Nel 1506 i Portoghesi misero piede per la prima volta nel Golfo ed intuirono subito che quella era la sede più idonea per il controllo dell’area. Fecero base a Hormuz considerando l’Oman come uno scalo verso l’India e per 143 anni controllarono tutta la costa omanita. A Muscat, a Mutrah e a Hazn si possono ancora vedere...

Erscheint lt. Verlag 25.6.2015
Sprache italienisch
Themenwelt Sachbuch/Ratgeber
Reisen Reiseführer
ISBN-10 88-6059-156-2 / 8860591562
ISBN-13 978-88-6059-156-2 / 9788860591562
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