Giordania -  Sandro Caranzano

Giordania (eBook)

una terra percorsa dalla storia
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2015 | 1. Auflage
448 Seiten
Polaris (Verlag)
978-88-6059-144-9 (ISBN)
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Nell'antichità, più che un territorio unitario, la Giordania rappresentò un'area di confine tra diverse importantissime entità: Persia e Assiria, mondo arabico, mondo romano-bizantino. Nella preistoria si è trovata al centro di eventi biblici che ne hanno fatto un luogo di pellegrinaggio secondo solo a Israele. Qui si trovano le tombe di Aronne e di Mosè, la fortezza di Erode in cui fu decapitato San Giovanni Battista, ma anche il luogo del battesimo di Gesù. In età islamica la Giordania si è trovata stretta tra la Siria degli Omayyadi e la Mecca, ospitando palazzi e luoghi di piacere dei califfi che riportano al mondo delle 'Mille e una Notte'. C'è poi, naturalmente, Petra, la città carovaniera fiorita nel cuore del deserto meridionale ed immersa in un paesaggio che ha impressionato i visitatori di ogni tempo e, non lontano dai meravigliosi fondali del Mar Rosso, il deserto del Wadi Rum che offre possibilità di escursioni veramente emozionanti. La guida individua sette itinerari molto accurati, fornendo una descrizione completa dei centri urbani, e dei siti archeologici e naturalistici presenti sul territorio.
Nell''antichità, più che un territorio unitario, la Giordania rappresentò un''area di confine tra diverse importantissime entità: Persia e Assiria, mondo arabico, mondo romano-bizantino. Nella preistoria si è trovata al centro di eventi biblici che ne hanno fatto un luogo di pellegrinaggio secondo solo a Israele. Qui si trovano le tombe di Aronne e di Mosè, la fortezza di Erode in cui fu decapitato San Giovanni Battista, ma anche il luogo del battesimo di Gesù. In età islamica la Giordania si è trovata stretta tra la Siria degli Omayyadi e la Mecca, ospitando palazzi e luoghi di piacere dei califfi che riportano al mondo delle “Mille e una Notte”. C''è poi, naturalmente, Petra, la città carovaniera fiorita nel cuore del deserto meridionale ed immersa in un paesaggio che ha impressionato i visitatori di ogni tempo e, non lontano dai meravigliosi fondali del Mar Rosso, il deserto del Wadi Rum che offre possibilità di escursioni veramente emozionanti. La guida individua sette itinerari molto accurati, fornendo una descrizione completa dei centri urbani, e dei siti archeologici e naturalistici presenti sul territorio.

La storia del paese

“La storia è una lista di sorprese.

E tutto quello che può fare

è prepararci ad assistere a qualche altra sorpresa”

Kurt Vollegut

La preistoria

Il periodo Paleolitico è stato per lungo tempo trascurato a causa dell’interesse suscitato dalle imponenti rovine di età romana e islamica. Le prime tracce dell’uomo nella regione del Giordano si attestano a partire nel Paleolitico inferiore, oltre 1.000.000 di anni fa. In particolare, resti di utensili litici sono stati messi in luce su alcuni terrazzi fluviali, ad es. a Dauqara, nella zona dell’Azrak. Le piogge intermittenti e le poderose alluvioni dei secoli successivi hanno cancellato queste tracce così antiche, rimodellando la regione giordana con nuovi terrazzi fluviali che sono stati poi rioccupati dall’uomo.

A Biré, nella regione di Zarqa (sempre nel nord della Giordania), per esempio, sono stati messi in luce oggetti litici di tipo Acheuleano datati tra 450.000 e 250.000 anni fa. Migliaia di reperti di industria litica risalente ad oltre 200.000 anni fa sono stati scoperti anche a Khirbet am-Samra e poi più a sud, a Fjaje, nella regione di Kerak.

Il Paleolitico medio ha visto un incremento della piovosità e l’insediamento di cacciatori raccoglitori della cosiddetta cultura musteriana.

Con essa venne introdotta la difficile tecnica di scheggiatura Levallois grazie alla quale fu possibile realizzare oggetti in pietra di grande raffinatezza formale. L’uomo, in questa fase, sembra dimostrare una grande capacità progettuale nonché la capacità di preordinare in modo astratto la complessa serie di operazioni che porteranno alla realizzazione di strumenti in pietra (come le amigdale) caratterizzati da una notevole, simmetria e complessità di taglio.

In accordo con quanto registrato in tutto il Vicino Oriente poche sono, invece, le tracce per il Paleolitico Superiore (da 40.000 a 14.000 anni fa). Nel periodo immediatamente successivo si assiste alla fioritura della cosiddetta cultura Natufiana. Molteplici ritrovamenti (ultimo dei quali un set da caccia costituito da percussori, microliti e falcetti per la raccolta, frammenti di ossa di gazzella, nascosto oltre 14.000 anni fa da un Natufiano alla base di una capanna e riscoperto quasi per caso nel 2007!) testimoniano come l’uomo abbia risposto ai nuovi cambiamenti ecologici adottando uno stile di vita basato sulla raccolta dei prodotti della terra e sulla cacciagione di animali di piccola taglia. E’ in questa fase che si osserva la nascita dei primi insediamenti stabili costituiti da raggruppamenti di capanne in muratura situati in prossimità delle zone più fertili. Con il Natufiano vennero dunque poste le basi per una delle più grandi rivoluzioni dell’umanità: la scoperta dell’agricoltura.

Un periodo di grande fioritura di tutto il Medio Oriente è infatti costituito dal Neolitico. Centri come Gerico (in Cisgiordania) e Ain Ghazal (nei dintorni di Amman) dimostrano lo sviluppo di una agricoltura del frumento e di prime forme di allevamento con grande anticipo rispetto al resto del mondo e già a partire dal VIII millennio a.C. Lo sviluppo di una società più stratificata, legata all’organizzazione del lavoro, spinse la nascita dei primi villaggi della storia dell’uomo, inaugurando uno stile di vita – quello dell’allevatore-agricoltore sedentario– che è rimasto valido sino ad oggi. Al Neolitico si associa, naturalmente, lo sviluppo di nuovi strumenti: accette in pietra levigata necessarie alla preparazione dei terreni coltivabili, lame di falcetti messori e soprattutto, ceramica, utilizzata per lo stoccaggio delle materie prime.

Dal punto di vista delle manifestazioni culturali, si segnalano le prime statue in scala reale conosciute nella storia dell’umanità: provengono da Ain-Ghazal e furono realizzate con argilla dipinta applicata su un’anima interna costituita da una griglia di incannicciato.

Il loro significato non è chiaro ma sembra trattarsi della rappresentazione di un primitivo pantheon; attualmente sono conservate al Museo di Amman. Il periodo Calcolitico corrisponde, convenzionalmente, a quella fase della preistoria in cui si sviluppa la prima metallurgia del rame. Questa conquista “tecnologica” vede ancora una volta protagonista il Vicino Oriente. In Giordania, per esempio, si può parlare di Calcolitico già a partire dal V millennio a.C. con quasi due millenni di anticipo sull’Europa occidentale. Lo sviluppo della metallurgia, inizialmente legata per lo più ad oggetti che costituivano uno status symbol, implicava conoscenze tecnologiche ed una organizzazione del lavoro possibili solo in società più complesse di quelle neolitiche. Stavano nascendo i chiefdom, comunità allargate rette da piccoli principi che concentravano nelle proprie mani risorse naturali e il potere su territori spesso ampi.

In Giordania, la cultura che meglio rappresenta questo periodo è il ghassuliano, così denominato dal nome di un tell scavato a nord del Mar Morto, in una depressione di oltre 300 m. sotto il livello del mare. La gente di Teleilat el-Ghassul viveva in case quadrate accuratamente affiancate su un’area di oltre 10.000 m2. Curiosamente, le pareti degli edifici erano intonacate e dipinte con enigmatiche raffigurazioni geometriche astratte. I morti venivano sepolti in casse cilindriche di pietra (ciste) opportunamente raccolte in cimiteri fuori dal villaggio. Il sistema economico rimaneva basato su pastorizia (caprini e in misura minore bovidi e maiali) e agricoltura (grano, orzo, olivo e piselli). Gli strumenti del contadino e dell’artigiano, d’altronde, si mantennero in pietra e selce, dal momento che i pugnali in rame, fragili e costosi, erano appannaggio delle aristocrazie. Di interesse significativo anche il sito di Abu Jamid, situato nella valle del Giordano tra Tiberiade ed Amman, lungo il tracciato di antiche piste che convergevano ad un guado del Giordano. L’età del Bronzo, così denominata dall’introduzione della tecnologia del Bronzo (Bronzo Antico 3300-2000 a.C.), portò a maturazione i processi che erano in nuce nel Calcolitico. Gli agglomerati di abitazioni si ingrandirono dando vita a centri protourbani mentre la metallurgia rimase limitata ad ambiti simbolici. Alcuni elementi incuriosiscono gli studiosi. La ceramica, un oggetto di uso quotidiano e tradizionale, cambiò foggia con la diffusione di vasi dipinti a strisce parallele e incrociate. Anche i cimiteri mostrano novità: non è raro trovare tombe che contengono decine di scheletri disarticolati coni i crani raggruppati tutti su un lato. Si tratta di sepolture secondarie ben conosciute anche altrove: il corpo veniva fatto decomporre e solo in un secondo tempo traslato in queste grandi casse ove venivano deposte le offerte. L’ipotesi che una invasione dall’esterno abbia trasformato la valle del Giordano è stata ormai ridimensionata; probabilmente queste novità si svilupparono in modo endogeno.

A Bab-edh-Dra’ (sul Mar Morto), a Gerico in Cisgiordania, le città iniziarono a fortificarsi ed è forse il segno di una instabilità militare legata al moltiplicarsi degli insediamenti nel poco spazio disponibile. Attorno al 2700 a.C. (BA III) in gran parte dei siti scavati si assiste ad una impressionante cesura: le mura (ad es. a Gerico) vennero danneggiate, le città distrutte e nuove ceramiche apparvero in villaggi ormai semideserti. Sparirono anche le tombe collettive per far spazio a tombe individuali. In questo caso, l’idea di una invasione di popoli nomadi costituisce un’interessante ipotesi di ricerca.

Il Bronzo Medio (1900-1550 a.C.) rappresentò, per la Giordania, una fase di declino. I testi di esecrazione della ventesima dinastia citano i nomi di alcuni potentati come Cush, nel sud , e Shutu, presso Salt. Il periodo vide la penetrazione in Giordania e nel Vicino Oriente degli Hyksos, un popolo di origine asiatica che impressionò gli Egiziani per i carri da guerra trainati da veloci cavalli. In Giordania sono stati scoperti alcuni villaggi fortificati occupati dagli invasori: a Amman, Tell Irbid, Deir’Alla, Tabaqat Fahil. Le tombe sono collettive e scavate in fondo ad un pozzo. La ceramica, caratteristica, ha un colore crema con sovradipinture color cioccolato.

La fine del Bronzo Medio, coincise con il rovescio dagli Hyksos ad opera dei faraoni della XVIII dinastia che distrussero, tra le altre, le cittadelle di Jéricho e Megiddo. Espulsi gli Hyksos dalla regione, gli Egiziani mantennero uno stretto controllo politico della Giordania per prevenire un nuovo pericolo proveniente da nord, quello dell’impero Ittita che stava rafforzandosi sempre più. In Giordania ceramiche provenienti da Cipro e da Micene dimostrano che la regione era inserita nei circuiti commerciali internazionali. Il faraone Tuthmosi III (1468-1436 a.C.) condusse diverse campagne nella valle del Giordano lasciando negli Annali alcune liste topografiche che gli archeologi credono di poter ubicare sul terreno. Resti di questo periodo sono stati identificati a Deir’Alla, tell Irbid, presso l’aeroporto di Amman e a Sahab (il più antico villaggio fortificato del plateau giordano) a sud di Amman. Il protettorato egiziano ebbe l’effetto di far entrare la Giordania nella storia poiché la scrittura vi apparve per la prima volta (XIV sec a.C.) grazie alla corrispondenza dei governatori egiziani.

L’età biblica

Alle soglie dell’età del Ferro, mentre l’Impero ittita tracollava in Asia Minore sotto la pressione di tribù provenienti dal nord, gli Ebrei sembrerebbero aver raggiunto la terra di Canan (attuale Palestina) dopo la “fuga dall’Egitto” di cui narra la Bibbia. Secondo la tradizione, il gruppo guidato da...

Erscheint lt. Verlag 11.6.2015
Sprache italienisch
Themenwelt Sachbuch/Ratgeber
Reisen Reiseführer
ISBN-10 88-6059-144-9 / 8860591449
ISBN-13 978-88-6059-144-9 / 9788860591449
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