L’apprendistato e il lavoro minorile: studio comparato della disciplina italiana, austriaca e tedesca

Negli ultimi decenni si è assistito in tutta Europa, e in particolare in Italia, ad un incremento allarmante del tasso di disoccupazione giovanile. In questo quadro la Germania e l’Austria rappresentano delle felici eccezioni alla evidente crisi occupazionale che investe i giovani tra i 15 e i 24 anni. Una delle ragioni di questo loro positivo “primato” risiede sicuramente anche nella centralità dell’apprendistato nell’offerta formativa. D‘altronde, il legislatore italiano è intervenuto ripetutamente sulla disciplina di questo rapporto di lavoro: senza mai ottenerne, invero, il “decollo”. A ben vedere, però, il legislatore nazionale non è esente da vincoli nel definire la disciplina dei contratti di formazione-lavoro che, come l’apprendistato, sono rivolti prevalentemente a giovani ancora minorenni. Infatti la minore età vincola il legislatore nazionale al rispetto del-le guarentigie predisposte, a livello internazionale ed europeo, avverso lo sfruttamento del lavoro minorile.
Premesso che l’ordinamento italiano, austriaco e tedesco operano sotto la medesima cornice internazionale ed europea, il presente volume, attraverso una stringente disamina comparativa, indaga le ragioni giuridiche per cui nell’ordinamento austriaco e tedesco l’apprendistato rappresenta un canale efficace per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro; mentre nell’ordinamento italiano, escluso il “caso sudtirolese”, lo stesso rapporto di lavoro non ri-
scuote il successo atteso. Particolarmente significativa si offre all’attenzione dello studioso l’eccezione sudtirolese, come laboratorio anticipatore di possibili nuovi scenari a livello nazionale.