Geschichte und Region/Storia e regione 32/1 (2023) -  Ingrid Runggaldier,  Katharina Scharf,  Paolo Raspadori

Geschichte und Region/Storia e regione 32/1 (2023) (eBook)

Region und Saison in der Tourismusgeschichte/Regione e stagione nella storia del turismo
eBook Download: EPUB
2023 | 1. Auflage
308 Seiten
StudienVerlag
978-3-7065-6373-4 (ISBN)
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Dieses Heft von 'Geschichte und Region/Storia e regione' widmet sich der Tourismusgeschichte und wählt dafür zwei verschiedene Herangehensweisen - die eine methodisch, die andere thematisch fokussiert. Der erste, von Hester Margreiter, Ingrid Runggaldier und Katharina Scharf herausgegebene Teil nähert sich der Tourismusgeschichte über den gezielten methodischen Vergleich von Tourismusregionen. Dabei nehmen die vier Aufsätze von Marlene Horejs, Hans Heiss, Claudia C. Gatzka und Christian Rohr je andere Blickwinkel ein und perspektivieren den jeweiligen regionalen Vergleich etwa über die Rolle von Schulunterricht, Reiseführern oder Bergbahnen oder aber über geografische, sozioökonomische, kulturelle, auch architektonische Aspekte. Sie untersuchen anschauliche Beispiele hauptsächlich aus dem Alpen- und oberitalienischen Raum des 19./beginnenden 20. Jahrhunderts und können aufzeigen, wie erkenntnisgewinnend die historische Komparatistik für eine regionalgeschichtlich ausgerichtete Tourismusgeschichte sein kann. Der zweite, von Paolo Raspadori herausgegebene Teil hingegen schlägt eine thematische Schneise und richtet sein Interesse auf das für den Tourismus so grundlegende Phänomen der Saisonalität, das im Laufe der Jahrzehnte und Jahrhunderte zahlreiche Veränderungen und Verschiebungen erfahren hat. Die vier Aufsätze nehmen die Tourismussaison für je andere regionale Räume unter die Lupe: Evelyn Reso analysiert die Sommersaison 1907 in einem Hotel in Seis am Schlern anhand der Briefe einer Saisonangestellten, während Riccardo Semeraro die saisonbedingten Entwicklungen am Gardasee für einen langen Zeitraum von 1870 bis 1970 in den Blick nimmt. Andrea Zanini untersucht den Wandel von Tourismussaison und -klientel an der ligurischen Riviera während der Belle Époque und Elisa Tizzoni widmet sich der Erschließung der Cinque Terre als Tourismusdestination in der zweiten Hälfte des 20. Jahrhunderts.

Seit über 30 Jahren stellt die Zeitschrift 'Geschichte und Region/Storia e regione' einen kritischen und originellen Orientierungs- und Bezugspunkt in der regionalgeschichtlichen Literatur Tirols dar. Mit ihrer thematisch breiten, interdisziplinären Ausrichtung und methodisch innovativen Ansätzen ist sie eine etablierte Alternative und Ergänzung zur klassischen Landesgeschichte. Eine Besonderheit ist die Zweisprachigkeit der Zeitschrift (deutsch-italienisch), die sich als Kontaktstelle und Scharnier zwischen der italienischen und österreichisch-deutschen Forschungslandschaft begreift. Mit einem neuen, erweiterten Konzept versteht sich die Zeitschrift verstärkt als Forum für vergleichende Regionalgeschichte des mittleren Alpenraumes und versucht, das oft geforderte Desiderat eines Vergleichs neuer regionalgeschichtlicher Studien ein Stück weit umzusetzen.

Seit über 30 Jahren stellt die Zeitschrift "Geschichte und Region/Storia e regione" einen kritischen und originellen Orientierungs- und Bezugspunkt in der regionalgeschichtlichen Literatur Tirols dar. Mit ihrer thematisch breiten, interdisziplinären Ausrichtung und methodisch innovativen Ansätzen ist sie eine etablierte Alternative und Ergänzung zur klassischen Landesgeschichte. Eine Besonderheit ist die Zweisprachigkeit der Zeitschrift (deutsch-italienisch), die sich als Kontaktstelle und Scharnier zwischen der italienischen und österreichisch-deutschen Forschungslandschaft begreift. Mit einem neuen, erweiterten Konzept versteht sich die Zeitschrift verstärkt als Forum für vergleichende Regionalgeschichte des mittleren Alpenraumes und versucht, das oft geforderte Desiderat eines Vergleichs neuer regionalgeschichtlicher Studien ein Stück weit umzusetzen.

Inhalt/Indice

Hester Margreiter, Paolo Raspadori, Ingrid Runggaldier, Katharina Scharf
Editorial/Editoriale

Tourismusregionen im Vergleich
Regioni turistiche a confronto

Marlene Horejs
Tourismus macht Schule. "Unterweisung der Schulkinder über das Wesen und die Bedeutung des Fremdenverkehres" (1913) in den Regionen der österreichischen Reichshälfte der Habsburgermonarchie

Hans Heiss
Entfernte Verwandte. Analogien und Differenzen der Tourismusregionen Engadin und Wipp- und Pustertal 1860–1920

Claudia C. Gatzka
Definire lo standard. Svizzera e Alta Italia come mete del turismo britannico, dagli anni
Trenta ai Settanta dell'Ottocento

Christian Rohr
Bergbahnen als Symbole und Promotoren des Alpentourismus. Das Berner Oberland in der Belle Époque – mit einem Vergleich zum Salzkammergut

Die Saisonalität in der Tourismusgeschichte
La stagionalità nella storia del turismo

Evelyn Reso
Die Saison als Theaterstück. Lebensgeschichtliche Einblicke hinter die Kulissen eines familiengeführten Sommerfrischehotels der Jahrhundertwende

Riccardo Semeraro
Tourism Seasons on Lake Garda. From Elitist Winter to Crowded Summer, 1870–1970

Andrea Zanini
Dalla cura alla mondanità. Reinventare la stagione turistica in Riviera durante la Belle Époque

Elisa Tizzoni
La stagione turistica nelle Cinque Terre tra anni Cinquanta e Sessanta: aspetti ambientali,
politici, economici e sociali

Forum

Stefan Lechner
Schall und Rauch. Vom Nutzen der Rezension für die Historie

Joachim Gatterer
Die Robert-Grimm-Gesellschaft und ihre Arbeiten zur sozialdemokratischen Geschichte
der ländlichen Schweiz

Rezensionen

Editoriale


Il turismo (di massa) moderno del XXI secolo è stato e continua a essere oggetto di discussione fondamentalmente in due direzioni opposte: da una parte si stigmatizza la sua distruttività e ciò soprattutto dalla prospettiva delle popolazioni locali che lamentano l’insopportabile cosiddetto overtourism1, e dall’altra si deplora l’inarrestabile declino del turismo globale negli anni della pandemia.2 In entrambi i casi, benché con presupposti diversi, si parla di “catastrofi” e di “crisi”. Sono proprio queste situazioni estreme ad offrire un grande potenziale alla ricerca turistica per affrontare il fenomeno del “turismo”, del viaggio e del desiderio di viaggiare. In questo contesto la storia del turismo si sta inserendo nei dibattiti attuali, anche se lentamente. Il noto storico del turismo Hasso Spode, ad esempio, vede la storia del turismo come una “storia di superamenti” e sostiene che la pandemia di Covid non è stata altro che uno dei tanti “ostacoli” che esso ha dovuto affrontare e che peraltro, come si è visto, non è stata nemmeno di lunga durata. Infatti, “né le guerre né le crisi sono mai riuscite a porre un freno duraturo alla marcia trionfale del turismo”.3 Negli ultimi 200 anni circa, nonostante tutte le avversità, il turismo si è sviluppato in un fenomeno che ha pervaso e plasmato la società e vanta senza dubbio una storia di assoluto successo. Il turismo, difatti, è diventato un’industria globale senza la quale ormai non è quasi più possibile immaginarci il mondo, un’industria che genera lavoro e capitale in molte aree. Ma proprio in questo contesto è comunque necessario tenere in considerazione gli effetti negativi del turismo, che si traducono appunto nel turismo eccessivo (overtourism) o incidono, ad esempio, in termini di impatto ambientale o di distruzione del paesaggio.

A queste ambivalenze che oscillano tra la voglia irrefrenabile di viaggiare e la resilienza alle crisi del turismo da una parte e le critiche al turismo, da sempre veementi, e i conflitti di interesse dall’altra parte, la storiografia ha prestato molta attenzione. In questo senso la ricerca storica è senza dubbio di grande rilevanza per lo studio del turismo in tutti suoi aspetti. Solo guardando alle origini e alle diverse linee di sviluppo del fenomeno turismo è possibile analizzare e spiegare esaustivamente il suo potere trasformativo.4 Questo è il contesto nel quale si inserisce il presente numero con il suo doppio focus: la parte sull’analisi comparativa di regioni turistiche è a cura di Hester Margreiter, Ingrid Runggalider e Katharina Scharf, quella sulla stagionalità nella storia del turismo invece di Paolo Raspadori. Il numero prende in esame al tempo stesso approcci e contenuti ancora poco studiati nell’ambito della storia del turismo, di cui tra l’altro ne esistono ancora parecchi.

Vale a tutt’oggi il giudizio di Moritz Glaser del 2017, secondo cui “la storia del turismo non ha trovato finora alcuna istituzionalizzazione e semmai soltanto in misura estremamente limitata”5. Resta da vedere se ciò sia dovuto esclusivamente alla mancanza di una rete tra gli studiosi, come rilevato da Glaser. Indubbiamente manca ancora un radicamento professionale – oltre che istituzionale – della storia del turismo nelle discipline storiche. Sebbene negli ultimi anni la storia del turismo abbia sicuramente oltrepassato i confini di quello che Rüdiger Hachtmann una volta aveva definito un campo di ricerca secondario6 per trasformarsi in un tema di interesse rilevante7 per diversi storici, il suo potenziale è ben lungi dall’essere stato sfruttato, e comunque non in modo sistematico. Sembra, in effetti, che non riesca ad affermarsi come (sotto)disciplina istituzionalizzata. In tal senso gli studi sulla storia del turismo spesso risultano essere dei sottoprodotti o mere aree marginali della ricerca degli storici e delle storiche – cosa che, tuttavia, non è necessariamente un difetto.

Oltre a questo giudizio un po’ critico sulla mancata istituzionalizzazione, va sottolineato il fatto, che negli ultimi anni sono comunque apparsi numerosi studi e pubblicazioni di rilievo sulla storia del turismo. Solo negli ultimi sei anni sono andate in stampa oltre venti monografie sulla storia del turismo. Gli studi si concentrano generalmente su aree limitate – per citare solo alcuni esempi, su paesi come la Spagna, l’Austria, o la Repubblica Democratice Tedesca ovvero su regioni come il Montafon8 – e su periodi più brevi9 includendo, tuttavia, anche sguardi oltre i propri confini territoriali e temporali. Inoltre, è stata pubblicata una immensa varietà di articoli in opere collettive e riviste (come per esempio Journal of Tourism History).10

Decisivi per la diversificazione della storia del turismo sono soprattutto quei lavori che comprendono anche sottodiscipline o approcci transdisciplinari – ad esempio, la storia ambientale11, gli studi di genereo le ricerche biografiche. 12 Partendo da una ricca base teorica ed empirica sono disponibili anche lavori di ricerca storica incentrati su tematiche innovative come la “fabbrica come attrazione turistica”.13

Regioni turistiche a confronto


Pur essendo ancora rare, le ricerche dedicate specificatamente al metodo degli studi storici comparativi o dei confronti sistematici nella storia del turismo, esse serbano un grande potenziale per l’analisi delle caratteristiche inerenti al turismo. 14 Ai fini della “comparazione storica sociale e culturale [...], per comprendere e spiegare la forma generale e particolare, il significato e la funzione di un fenomeno nello spazio e nel tempo”,15 la comparazione regionale è quindi una base essenziale del presente numero. Gli autori e le autrici della sezione “Regioni turistiche a confronto” integrano i confronti con approcci, prospettive ed esempi diversi. Il collegamento con un focus storico regionale è particolarmente proficuo, in quanto il turismo rappresenta una forza centrale per i processi di trasformazione regionale e subregionale.

L’articolo di Marlene Horejs tratta un aspetto della storia del turismo che finora non era stato considerato, ossia il ruolo dell’istruzione scolastica per lo sviluppo del turismo (sostenuto dallo Stato) nella monarchia asburgica. L’autrice utilizza come base della sua analisi i progetti didattici delle autorità scolastiche locali della parte austriaca della monarchia asburgica e il decreto ministeriale Unterweisung der Schulkinder über das Wesen und die Bedeutung des Fremdenverkehres (Insegnamento agli alunni dell’essenza e del significato del turismo), del 1913, con le relative discussioni. Horejs analizza le differenze regionali nello sviluppo turistico e nelle valutazioni del turismo ovvero della villeggiatura da una prospettiva comparativa. Dalla sua indagine emerge fra l’altro il netto divario esistente tra aree urbane e rurali, che si rifletteva non solo nelle condizioni turistiche locali, ma anche nella disponibilità di materiale didattico, nella fattibilità (infrastrutturale) di escursioni e nelle possibilità di offrire una formazione nelle lingue straniere. Horejs mette chiaramente in evidenza le discrepanze emerse tra il canone pedagogico di valori prevalente e gli interessi economici nazionali, fino a che punto queste furono superate a livello argomentativo e nella prassi didattica, e come la popolazione avesse preso coscienza dell’affermarsi di pratiche culturali locali e della creazione di beni naturali e culturali regionali.

Nel contributo di Hans Heiss, le regioni turistiche dell’Engadina, della Wipptal (Alta Val d’Isarco) e della Val Pusteria – molto simili per esposizione, paesaggio e clima – sono esaminate da una prospettiva comparativa: oltre alle disposizioni diacroniche, inizialmente furono soprattutto le diverse strutture occupazionali e di proprietà delle due comunità, prevalentemente agricole, a determinare sia l’accettazione che la velocità di espansione del turismo. Mentre l’Alta Val d’Isarco e la Val Pusteria rimasero prevalentemente legate a una struttura socioeconomica basata sull’agricoltura, sulla mobilità di transito e sul settore dei trasporti, l’Engadina – caratterizzata da migrazione e agricoltura di sussistenza – investì molto di più nel turismo creando una monumentale industria alberghiera che ruotava intorno ai Grand H?tel. Oltre ad aspetti economici, come l’influenza reciproca del settore alberghiero e di quello bancario, Heiss descrive alcune prospettive storico-culturali, come il ruolo delle donne (sia nelle posizioni più elevate che nei lavori precari) e i vari sviluppi a livello architettonico. La portata del contributo di Heiss spazia dalle strutture socioeconomiche e culturali, dai fattori mesoeconomici e dalle condizioni politiche generali ai progetti imprenditoriali e alle identificazioni ovvero distinzioni rispetto alle culture locali.

Nel suo contributo, Claudia Gatzka conduce un’analisi storica comparativa multidimensionale dell’influenza che i turisti britannici dell’Ottocento ebbero sullo sviluppo del turismo in Svizzera e in Italia settentrionale. Un aspetto centrale è il manifestarsi del cosiddetto tourist gaze – lo sguardo turistico – nei libri di viaggio...

Erscheint lt. Verlag 8.11.2023
Reihe/Serie Geschichte und Region/Storia et regione
Geschichte und Region/Storia et regione
Verlagsort Innsbruck
Sprache deutsch
Themenwelt Geisteswissenschaften Geschichte Regional- / Ländergeschichte
Schlagworte Bergbahnen • Berner Oberland • Cinque Terre • Engadin • Fremdenverkehr • Pustertal • Regionalgeschichte • Robert-Grimm-Gesellschaft • Salzkammergut • Sommerfrische • Südtiroler Landesarchiv • Tourismus • Wipptal
ISBN-10 3-7065-6373-8 / 3706563738
ISBN-13 978-3-7065-6373-4 / 9783706563734
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